Nella campagna tra Pozzolo Formigaro e Rivalta Scrivia, sconvolta dai cantieri, c’è una piccola striscia di terra rimasta curiosamente intatta, nonostante si trovi proprio lungo la futura linea del Terzo valico. Le imprese incaricate dal Cociv hanno scavato a monte e a valle di questo terreno, per una larghezza di alcune decine di metri e per una profondità di meno mezzo metro. Da mesi tutto è stato circondato dalla reti rosse da cantiere, anche il terreno in questione, acquistato nel 2013 dal precedente proprietario da 101 persone, con l’obiettivo dichiarato di ostacolare la realizzazione della linea ad alta capacità, che il Cociv avrebbe espropriato nel luglio del 2016 durante una giornata piena di manifestanti, tra cui molti dei proprietari, e forze dell’ordine.

il cartello affisso nel terreno dei 101 che contesta l’esproprio del 2016

Stamattina circa cento persone hanno tolto le reti arancioni al terreno dei 101, riprendendoselo simbolicamente. L’aperitivo annunciato da settimane ha visto una presenza discreta e piuttosto lontana degli agenti della Digos ma, soprattutto, di molti cittadini, provenienti anche dalla Liguria. Alle 11 è scattata la rimozione delle reti, avvenuta in pochi minuti, al posto della quale è stato nuovamente affisso lo striscione che era stato fissato intorno al terreno nel luglio dello scorso anno, con la scritta “Resistenza No Tav, Pozzolo terra dei fuochi”, per ricordare la battaglia contro il Terzo valico e il rischio che quest’opera comporta per il territorio dal punto di vista ambientale e della presenza della criminalità organizzata.

Reti abbattute presso il terreno dei 101

“Guarda caso – hanno detto stamattina Egio Spineto e Tino Pronestì, esponenti del movimento No Terzo valico – il nostro terreno, benchè si trovi lungo la linea e sia stati recintato, è il solo a non essere stato scavato. Questo potrebbe voler dire che il Cociv non è così tanto sicuro della regolarità dell’esproprio del 2016”. Esproprio che, come sottolinea il consigliere comunale novese Fabrizio Gallo (M5s) “è stato palesemente contrario al codice degli appalti, che detta modalità e regole sull’esecuzione di tali operazioni”. Quel giorno il tecnico del Cociv non riuscì a entrare nell’area per la presenza dei cittadini né chiese se i proprietari fossero presenti. L’immissione in possesso di fatto non avvenne. Gli atti sono stati impugnati al Tar, che deve ancora dire la sua: nonostante ciò, il Cociv ha tentato di prendersi l’area, ma fino a un certo punto.

L’aperitivo nel terreno dei 101

“Non tutti i 101 proprietari – ha detto ancora Spineto – hanno ricevuto la lettera di esproprio e attendiamo il giudizio del Tar. Oggi siamo qui per manifestare che siamo sempre presenti e che lo saremo anche in futuro per difendere questo nostro terreno così strategico per il Cociv”. Secondo i No Tav valico la dichiarazione di pubblica utilità del Terzo valico, l’atto che ha consentito al Cociv di eseguire gli espropri, è scaduta e non è più stata rinnovata, per cui il terreno non sarebbe espropriabile. Si attende la parola del Tar.

Ecco altre immagini scattate da fotografo Massimo Sorlino