Il ristorante Bandiera a Novi Ligure

Ha anche ingiuriato i suoi giudici di primo grado, per questo non ha potuto ottenere le attuanti generiche. Domenico Dattola, ex ristoratore novese arrestato ne dicembre di quattro anni fa, si è visto confermare dalla Cassazione la condanna inflitta in Corte d’Appello a Torino nel 2021. Stessa sorte per gli altri imputati del processo nato dall’operazione Monopoli, portata avanti dai carabinieri e dalla Guardia di Finanza nei confronti di altre 12 persone. All’epoca vennero sottoposti ad amministrazione controllata tre ristoranti di Novi Ligure: il Bandiera, il Bunet, e il Franco e Ciccio, tutti riconducibili a Dattola nonostante i suoi precedenti penali per estorsione e droga che non gli permettevano di esserne titolare. L’imprenditore in realtà portava avanti le attività di questi locali attraverso intestazioni fittizie e insieme alla moglie, Carmen Scaffini, aveva organizzato anche un sistema basato sull’intimidazione nei confronti delle persone alle quali prestava soldi a tassi da usura, in particolare tossicodipendenti e cittadini in difficoltà. Fra i prestanome per la gestione dei locali, ai quali venivano intestate quote o cariche societarie, Jasmine Bellardino, figlia della Scaffini. In tribunale ad Alessandria Dattola nel 2020 era stato condannato a 20 anni di reclusione mentre in secondo grado venne in parte assolto, rimediando una condanna a 13 anni, 10 mesi e 15 giorni per i reati di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, lesioni, usura e intestazione fittizia di beni. Per Carmen Scaffini la pena scese da 15 a 7 anni mentre Bellardino fu condannata a un anno e 6 mesi invece di 2 anni. I tre, insieme a Salvatore Romano, condannato a a 3 anni e 6 mesi, e Marcello Chiappetta, a 4 anni, si erano rivolti alla Cassazione, che ha però respinto tutti i ricorsi, confermando la sentenza della Corte di Appello. La sentenza ricorda che Dattola aveva chiesto di rivedere il giudizio del tribunale poiché riteneva che i giudici non sarebbero stati sereni nel giudicarlo in quanto ingiuriati da lui stesso. La Cassazione ha respinto questa come tutte le altre eccezioni.