Dov’è il documento che impone l’istallazione della recinzione?”. La domanda è arrivata ieri, 27 giugno, ad Alessandria, in Camera di commercio, dal consigliere regionale Domenico Ravetti (Pd) durante la conferenza stampa organizzata da Cia Alessandria per far conoscere le sue proposte per contrastare il problema della fauna selvatica e dei danni alle coltivazioni agricole. Inevitabile il riferimento alla peste suina africana (Psa), considerata il risultato di decenni di pessima gestione della fauna selvatica. Ravetti ha proposto un tavolo operativo in provincia per affrontare il problema ma ha chiesto che siano resi noti dati quali il numero di cacciatori e dei cinghiali finora abbattuti. Soprattutto, ha chiesto anche se riguardo alla barriera da 10 milioni di euro, in costruzione a Ponzone verso Molare per contenere la Psa, “esista un documento dell’Unione europea che l’abbia imposta. C’è un’analisi tecnica di questo intervento?”. Il cantiere della barriera è in ritardo e, come ha sottolineato ancora Ravetti, il commissario per l’emergenza “non ha i poteri straordinari previsti”. La replica è arrivata dal presidente della Provincia, Enrico Bussalino: “Secondo l’Ispra (istituto superiore per la protezione dell’ambiente, ndr), è l’unica soluzione, anche se io resto contrario. La recinzione è stata recepita dal commissario per l’emergenza Psa e dal ministero su indicazione della Commissione europea”. Bussalino ha inoltre ricordato che le 23 guardie venatorie provinciali hanno abbattuto finora 450 cinghiali: “Nella zona rossa per abbattere i cinghiali possiamo usare solo le gabbie e la caccia di selezione e tutti i capi uccisi vanno distrutti. Nell’area esterna si può abbattere utilizzando le stesse tecniche e se l’animale è sano può essere consumato. Non appena la recinzione sarà terminata, inizieranno gli abbattimenti in zona rossa”. Ieri, 27 giugno, segnalato un altro cinghiale ucciso dalla Psa nel territorio di Cassinelle. È il quinto caso. Tutti sono stati scoperti da maggio e giugno