Solo due bandi di gara su sedici pubblicati al momento, ben 71 km su 90 di linea in sotterranea ancora da affidare, 16 km di linea all’aperto su 17 non ancora assegnati, gravi problemi nell’individuazione delle cave di deposito dello smarino: il quadro dell’andamento dei lavori del Terzo valico dei Giovi, esposto dal commissario del Cociv, Marco Rettighieri, davanti alla Commissione Lavori pubblici del Senato, è tutt’altro che rassicurante per i partiti che sostengono l’opera da 6,2 miliardi. Complici soprattutto i bandi annullati tra fine 2016 e inizio 2017 dallo stesso Cociv dopo gli arresti in massa di ottobre per corruzione proprio nell’assegnazione degli appalti, i lavori della galleria principale e in sostanza della linea tra Genova e Arquata Scrivia non sono partiti o sono avanzati ben poco dal 2013 a oggi. La Grandi Lavori Fincosit di Roma, vincitrice dell’appalto per il primo tratto del tunnel che doveva partire da Voltaggio, è fra le aziende accusate di corruzione ed è stata quindi cacciata.

Il tunnel del Terzo valico a Voltaggio

Ad aprile il bando del cantiere Vallemme è stato ripubblicato, come ha spiegato Rettighieri e, il mese scorso è stato fatto altrettanto per il lotto Castagnola. “Al bando per il lotto Vallemme, che sarà chiuso a settembre, – ha spiegato Rettighieri – hanno partecipato per ora 12 aziende, solo 5 invece, al momento, per Castagnola, in chiusura a ottobre”. La riduzione del numero di ditte partecipanti è stato definito “preoccupante” dal commissario del Cociv, il quale ha assicurato massima fermezza nelle procedure di gara: “I commissari che giudicheranno le offerte saranno tre, estratti a sorte davanti a un notaio in un gruppo di venti professionisti. Chi sarà designato valuterà le carte in un locale distante km dalla sede del Cociv (a Genova, ndr), senza possibilità di contatto con l’esterno e senza l’utilizzo di telefonini”. C’è poi il rischio rappresentato dai ricorsi delle ditte estromesse dalle gare, come è avvenuto per il lotto Pozzolo. Sullo scavo della galleria di valico verso Genova non pesa solo il ritardo nell’assegnazione dei lavori ma anche l’aggiornamento del piano cave. L’opposizione del Comune di Sezzadio e di altri Comuni nonché altre criticità legate al traffico dei camion potrebbe far slittare la data fissata dalla Regione, il 6 giugno, per l’approvazione del piano. Il senatore Marco Scibona (M5s) ha detto senza mezzi termini che, nel caso il suo movimento vada al governo, “l’opera sarà fermata” per le note criticità, a cominciare dall’assenza di dati sull’utilità della nuova linea.

Stamattina il commissario di governo del Terzo valico, Iolanda Romano, ha organizzato una visita al cantiere di Radimero, ad Arquata Scrivia, dedicata ai giornalisti, per far conoscere come viene affrontato il problema amianto dal Cociv e dall’Arpa. Rettighieri, presente anch’egli, ha definito Radimero “il più importante cantiere della linea” essendo l’unico, in Piemonte, dove si sta scavando il tunnel di valico. Nel sito arquatese la presenza di amianto è tenuta sotto il massimo controllo ed è presente in tracce, quindi di non facile gestione. Come ha spiegato Angelo Robotto, direttore dell’Arpa, sono state installate una serie di centraline per controllare le fibre di amianto disperse nell’aria, sottoposta ai controlli del Cociv e alle verifiche ulteriori dell’Arpa, alcune a sorpresa. “I tempi di rilevazione dell’amianto nei filtri – ha spiegato il direttore – non sono immediati. I controlli nelle rocce da parte nostra sono meno frequenti mentre il Cociv, grazie al suo laboratorio allestito nel cantiere, ha tempi più rapidi”. Resta il problema di quanto sostenuto dall’Arpa: il metodo di campionamento dell’amianto nelle rocce, in base alla legge 161 del 2012, ha margini di errore fino al 98% ma il Cociv continua ad applicare questa metodologia. La presenza della fibre killer oltre i limiti di legge nell’aria nei mesi scorsi aveva fermato lo scavo a Castagnola. “Ora l’attività è ripresa – ha assicurato oggi Marina Ruvolo (Spresal) – applicando tecniche di massima sicurezza per gli operai sul fronte di scavo. L’attività è rallentata per via della conformazione rocciosa della montagna”. Il commissario Romano, nonostante i dati pessimi forniti da Rettighieri in Senato, ha sottolineato che da qui a fine anno saranno pubblicate tredici gare.