La crisi della caccia è colpa anche della scuola e dell’educazione di base che viene data ai giovani”. Parola di Federico Riboldi, vicepresidente della Provincia, uno dei politici invitati di recente dall’Associazione nazionale libera caccia (Anlc) al circolo sardo Su nuraghe di Alessandria per discutere del rapporto tra caccia e agricoltura ma soprattutto per auspicare l’abolizione delle regole regionali sull’attività venatoria, fortemente penalizzata, secondo il sodalizio. La Ancl, è stato detto, è infatti la promotrice del ricorso alla Corte costituzionale presentato dal governo contro la legge piemontese, contestata in particolare per il divieto di cacciare numerose specie e per lo stop alle doppiette nelle domeniche di settembre. Un incontro, quello al circolo Su Nuraghe, organizzato all’inizio della stagione venatoria 2018/2019, avviata il 22 settembre, e in vista delle elezioni regionali del 2019, nelle quali l’associazione farà il tifo per il centrodestra unito, che ha promesso di modificare la normativa nella maniera auspicata da questa parte del mondo venatorio.

Riccardo Molinari (a sinistra) e Federico Riboldi (a destra)

Presente il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari: “La legge del Piemonte ha cancellato di fatto la caccia nella nostra Regione, diventata un caso nazionale”. Per Riboldi, “la caccia è il solo argine a cinghiali e caprioli, ma viene demonizzata a partire dal mondo della scuola, che dà un’educazione di base sbagliata su questo tema”. Anche l’associazione degli agricoltori Cia, rappresentata dal presidente regionale Gabriele Carenini, ha lanciato un appello a modificare le regole. Presenti al tavolo anche Luca Rossi, consigliere regionale di Fi, ed Emanuele Locci, presidente del Consiglio comunale di Alessandria, oltre ad Alessandro Bassignana e Giovanni Gallinaro dell’Anlc regionale.

Il presidente nazionale dell’Anlc Sparvoli (al centro)

Durissime le parole di Paolo Sparvoli, presidente nazionale dell’Anlc: “Il calendario venatorio piemontese è uno scandalo, i cacciatori sono sempre meno perché vessati. Dobbiamo ripartire dalla manifestazione dell’8 giugno scorso a Torino, promossa da noi e da iniziative come il porto d’armi ai sedicenni. L’Ispra (l’istituto superiore per la tutela ambientale, che detta le linee sulla caccia, ndr) è solo un’associazione a delinquere che costa un mucchio di soldi” La Anlc è stata, con Federcaccia, Enalcaccia, Associazione dei Migratoristi Italiani, ente produttori selvaggina e vari comprensori di caccia alpini e alessandrini, anche promotrice del ricorso contro il calendario venatorio del 2016/2017, impugnato sempre per le troppe specie animali tutelate: il Tar ha trasmesso gli atti alla Corte costituzionale, che si trova ora a dover decidere su due norme piemontesi sulla caccia. I 5 stelle, accusati dall’Anlc di aver spinto la Regione ad approvare una legge sulla caccia come quella in vigore, con il consigliere Giorgio Bertola annunciano di voler tornare alla carica “in Consiglio Regionale per chiedere una modifica del calendario venatorio e per bloccare le doppiette tutte le domeniche dell’anno”, non solo a settembre, quindi.

Giorgio Bertola

“In Commissione – dice Bertola -, quando si discuteva della legge regionale 19 sulla caccia, una maggioranza Pd spaccata al suo interno bocciò, insieme ai voti determinanti del centrodestra, il nostro emendamento che avrebbe infatti impedito l’attività venatoria tutte le domeniche dell’anno. Il tiepido compromesso di divieto nelle sole domeniche di settembre è risultato l’ennesima soluzione priva di coraggio di questa maggioranza. La tragedia di Apricale, dove un ragazzo di 19 anni ha perso la vita sotto i colpi sparati da una doppietta di un cacciatore che lo ha scambiato per un cinghiale, ha infatti risvegliato la polemica politica sul tema. A giugno il Piemonte ha varato la legge 19 che regola l’attività venatoria ma è sfumata l’occasione di dotare la regione di norme veramente efficaci e realmente tutelanti per le persone e la fauna. Ora – prosegue l’esponente dei 5 stelle – le parole del ministro Costa che esorta le Regioni affinché modifichino subito il calendario e blocchino le battute di caccia la domenica, restituiscono forza e dignità alle nostre battaglie e suonano come un ultimo appello per chi governa le Regioni. Ci aspettiamo che Chiamparino tenda bene le orecchie”.