Ricordo per un amico.

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

A due mesi dalla sua scomparsa, Corrado ci manca più che mai. Corrado Bonini aveva scelto Albera Ligure dopo una vita genovese al Teatro Carlo Felice, anche per la sua amata Carolina e il suo amico a quattro zampe Bipo. Mite e generoso, era innamorato della Val Borbera. E la rispettava. Come il suo amico Luciano Macciò che qui lo aveva portato, approdato a Casa Rossa di Vergagni, anche lui andato via troppo presto, proprio negli stessi giorni, due anni prima.

Corrado, come Luciano, amava il mare, per scivolare sulle onde con la barca che stava costruendo con il suo sapere marinaro e le sue mani piene di arte. Qui in valle voleva completare quel capolavoro e dare spazio ai tanti sogni.

Quando c’era bisogno di una mano per il territorio e la collettività, Corrado c’era. Non si sottraeva al senso civico, al contributo di idee e di concretezza: per quei Beni comuni da tutelare, risorse importanti per il futuro. Come l’ultimo progetto pubblico di “consumo di suolo agricolo” in Val Borbera.

E’ stato il “primo firmatario” nel ricorso al Tar contro quella ferita per il territorio e il paesaggio, era fiero di quel ruolo che gli strappava sempre un sorriso. Ironico anche nei momenti duri: agli incontri, ohimè infruttuosi, in quella Comunità Montana sorda alla lungimiranza, fino al Palazzo della Regione, a Torino. Difendere quel Bene pubblico significava pensare ad un uso “naturale” del luogo, in sintonia con l’ambiente, come forme di agricoltura pulita e sociale, importante per la valle (e quanta ragione è stata riconosciuta in quelle battaglie anche dai detrattori, con il senno di poi!). Lungimiranza e cultura (lui divoratore di libri): ci ha regalato tanto.

Se n’è andato un altro “innamorato della valle”, lasciando un grande vuoto.

Ciao Corrado, “Primo firmatario”, dai tuoi amici del comitato “Viva Valborbera Viva”!