I rifiuti stoccati in tre capannoni a Sale, per oltre 15 mila tonnellate complessive, diventano sempre più pericolosi e con l’innalzamento delle temperature, il rischio di autocombustione è ancora più elevato.

Il sindaco di Sale, Andrea Pistone, è in attesa di indicazioni da parte di Provincia, prefettura, Regione, e ministero su come verrà affrontato il problema e su tempi e modi di intervento, evidenziando l’impossibilità da parte di un comune come Sale di poter procedere al recupero ambientale di tale massa di rifiuti. Nel frattempo, sulla base delle indicazioni fornite da Arpa e Vigili del fuoco, il sindaco ha chiesto alla Protezione civile di preparando un piano di evacuazione nel caso di possibili incendi e ha avvisato i comuni confinanti.

Federico Fornaro, presidente dei deputati di Liberi e Uguali, ha presentato una interrogazione al Ministro dell’Ambiente. «In situazione come queste i Comuni non possono essere lasciati soli dalle istituzioni – dice Fornaro – ma devono essere aiutati a trovare le risorse per il corretto smaltimento di rifiuti che avrebbero dovuto essere solo cartacei ma che in seguito ai controlli risultano essere anche plastica e indifferenziato».

L’amministrazione comunale ha anche fatto eseguire una disinfestazione esterna per contenere la presenza di insetti, ma cosa ci sia esattamente dentro ai capannoni nessuno lo sa perchè una caratterizzazione non è mai stata fatta. Si sa solo che sono pieni fino al tetto e che non si può nemmeno entrare perchè l’aria è irrespirabile. Se divampasse un incendio sarebbe un disastro: bisognerebbe sfollare la popolazione, anche quella dei comuni vicini, lo spegnimento durerebbe almeno un mese, l’acque finirebbe nelle falde, senza contare le polveri e i fumi.

Il Comune ha attivato un servizio di sorveglianza notturna con una impresa privata, mentre di giorno la situazione è monitorata dalla polizia locale e dai carabinieri. I capannoni sono sotto sequestro e la Procura sta indagando, ma per portare via tutti questi rifiuti – e al più presto – occorrono soldi, tanti. Una cifra dell’ordine di 2-3 milioni di euro.

Durante le riunioni che si sono susseguite in questi mesi, è emerso che la Regione ha a disposizione fondi per i disastri ambientali, ma che questo non lo è. Non è classificabile in quel tipo di interventi per i quali sono previsti i fondi. O meglio, non lo è ancora.

Inizialmente era stato autorizzato dalla Provincia (con nullaosta della precedente amministrazione comunale) un deposito per il trattamento di carta, cartone e imballaggi in un solo capannone di circa 2.500 metri quadrati.

Tra ottobre e novembre 2017 l’autorizzazione è stata volturata dalla precedente azienda alla Tommasi srl di Novara. A gennaio, un eccessivo andirivieni di camion ha destato sospetti e sono stati effettuati i controlli.

E’ stato chiesto l’intervento dei carabinieri del nucleo operativo ecologico e dei vigili del fuoco che hanno scoperto che nel capannone, autorizzato per 174 tonnellate di carta, cartone e imballaggi, vi erano in realtà quantitativi molto superiori di rifiuti indifferenziati e che oltre al capannone autorizzato, la ditta ne aveva affittato un altro, adiacente, di altri 2.500 metri quadrati di superficie, e che lo aveva riempito, anche questo, di rifiuti indifferenziati. Totale: 14 mila tonnellate in circa 5 mila metri quadrati di capannoni.

I carabinieri del Noe inoltre hanno scoperto che la Tommasi srl ha affittato un altro capannone più piccolo, a circa 500 metri di distanza dai primi due (di un’azienda diversa ma riconducibile allo stesso proprietario immobiliare di Sale), contenente circa 1.800 tonnellate di rifiuti, che si sommano alle 14 mila precedenti e complicano ulteriormente il quadro della situazione.