Cinquecento specie vegetali censite in cento ettari quando in tutta Italia ce ne sono 8 mila: la ricchezza della Riserva naturale del Neirone sta in questi numeri, resi noti domenica sera, nel teatro di Gavi, durante la presentazione del filmato “Attraverso il Neirone”, prodotto da Attraverso Festival e dalle Aree protette dell’Appennino Piemontese con il contributo del Consorzio tutela del Gavi. Il teatro gaviese era tutto esaurito per l’omaggio a Mario Traverso, per tutti lo “scavizzo”, 88 anni, custode della memoria della civiltà contadina del Neirone. Mario ha raccontato le vicende dei contadini “con il sacco” – perché la mattina si caricavano sulle spalle un sacco con il pane per rifocillarsi e le sementi, mentre al ritorno si riempiva dei frutti della raccolta – il cui lavoro era scandito dai rintocchi della “campanetta”, la campana del convento dei Frati di Valle.

Gavi, il sentiero della riserva del Neirone
Gavi, il sentiero della riserva del Neirone

Dopo la Seconda guerra mondiale, quando la maggior parte di questi appezzamenti dove si coltivavano ortaggi e vigneti venne abbandonata, la natura rigogliosa si riprese il suo spazio, trovando terreno fertile lasciato dai contadini. Il “giardino roccioso”, come lo chiama Traverso, era disseminato di terrazzamenti con muri a secco ancora oggi in parte visibili. “In nessun altro territorio – ha detto ancora Traverso – fra i vigneti c’è un posto come il Neirone”. La ricchezza dell’area protetta, che comprende anche il Forte il monte Moro, è anche nel tratto a monte del Neirone, nella valle di Pratolungo, dove il corso d’acqua nasce. Nel filmato il guardiaparco Giacomo Gola lancia un appello affinché anche quel tratto venga in qualche modo tutelato.

Il rio Neirone nel tratto a monte di Pratolungo

“Soltanto nella Riserva naturale già istituita – ha detto – sono state censite 500 piante in poco più di 100 ettari quando in tutta Italia le specie vegetali sono 8 mila. Il tratto iniziale del Neirone ha anch’esso una valenza ambientale da tutelare”. Con un tesoro ambientale del genere cosa si potrebbe fare? Secondo Dino Bianchi, presidente delle Aree protette dell’Appennino Piemontese, gestore della riserva del Neirone, “Gavi potrebbe partire da qui per diventare il centro della Val Lemme dal punto di vista del rilancio turistico. Il video di stasera è un primo passo. Stiamo inoltre pensando a creare un piccolo libro sui Neirone da distribuire nei negozi di Gavi”. Nell’attesa che vengano ripristinate le due passerelle sul Neirone, per le quali Bianchi ha assicurato il suo impegno nei confronti della Regione.