“Mi dicono tutti, credo proprio a ragione, che avrei imparato prima ad andare in moto che a fare i primi passi”-.

Parola di Roberto Motta, motociclista di Novi per antonomasia. Una passione che va al di là dell’interesse più acceso, essendo addirittura “figlio d’arte”.  Il nonno Remigio aprì a Novi negli anni ’30 una delle prime officine e rivendite di motociclette in via Antica Genova. La stessa che poi fu rilevata dai Fratelli Rampini,  i quali, per decenni, tennero alto il nome della moto in città. Ma tra “sciur Remigio” e i Rampini, a condurre la rivendita e l’officina sino agli albori degli anni ’70 è stato “papà Renato” che fu anche un apprezzato agonista per le corse in salita. Insomma, Roberto Motta non poteva che essere un predestinato. Praticamente a Novi la passione generale per la motocicletta vive attraverso “Il Motta” che studia itinerari e coinvolge centinaia di persone ogni anno per gite ed escursioni più o meno brevi.

“In città c’era l’esigenza di un’organizzazione di tour e raduni – spiega -. Questo perché solitamente il motociclista non si muove, se non è in compagnia. Per cui da 9 anni sono diventato una sorta di tour operator, prima con il DLF, essendo ferroviere da circa 35 anni, poi per conto mio e adesso con l’associazione culturale “Novinterzapagina”. Siamo riusciti a organizzare gruppi anche di 70 persone. Mai meno di 30. Abbiamo girato ogni angolo d’Italia affacciandoci anche in Sicilia e Sardegna. All’estero, in Francia, Slovenia, Svizzera e Croazia. Per ora”-.

“Essendo la mia attività principale quella di macchinista – ferroviere – prosegue Motta – non è facile conciliare i turni con la moto.  Per fortuna sono sempre accompagnato da mia moglie che mi dà una grossa mano sia per l’organizzazione dei raduni che per i viaggi.  Ci appoggiamo anche all’agenzia Adam’s travel per quanto riguarda gli alberghi e i ristoranti, poiché i nostri tour durano anche settimane. Quante moto ho avuto nella mia vita? Beh, sicuramente non meno di 25. Per un certo periodo mi sono interessato anche alle moto d’epoca. Pensa che vendetti una “Moto Guzzi Airone all’allora segretario generale della Cisl, Franco Marini. Anni fa avevo molti contatti con i commercianti di moto di tutta Italia e fu uno di loro a mettermi in contatto con Marini che quando mi telefonò, pensai allo scherzo di qualche buontempone”-. “In seguito – conclude Motta – lasciai i cimeli perché credo sia molto più importante vivere la moto in assoluta libertà e gioia, senza esserne schiavo”-.