Ogni anno, sull’Appennino tra Liguria e Piemonte vengono trovati uccisi tra dieci e quindici lupi, ammazzati dai bracconieri con armi da fuoco e veleni. “Un dato – dice Massimo Campora, naturalista e autore di documentari sul pedatore – molto generico, sul quale non ci sono studi scientifici ma il numero in linea di massima è comunque questo”. I bracconieri uccidono il lupo probabilmente, soprattutto, poiché considerato un concorrente nella caccia al cinghiale e ai caprioli, per molti un vero business, seppure, nel secondo caso in particolare, si tratti di caccia di selezione, quindi con un numero fissato di esemplari da abbattere, almeno secondo quanto disposto dalla Regione attraverso gli Ambiti territoriali di caccia. Il lupo infatti svolge un importante ruolo positivo per l’ambiente, visto che la sua presenza può porre un freno proprio al proliferare degli ungulati, inseriti dall’uomo nell’ambiente per scopi venatori, che tanti danni stanno creando all’agricoltura senza contare i rischi per la sicurezza stradale. Il lupo, oltretutto, dà un positivo contributo nella selezione naturale, visto che caccia esemplari vecchi o malati. Eppure c’è chi pensa di sterminare questo predatore, che si sta comunque diffondendo lo stesso sul nostro Appennino.

Una notizia positiva per la qualità dell’ambiente. È stata infatti registrata la presenza di un terzo branco di lupi in provincia di Alessandria. Oltre ai due branchi localizzati l’uno Val Borbera e Val Curone e l’altro nel Parco Capanne di Marcarolo, ci sono dati sufficienti per confermare che un terzo “gruppo” si trova tra Val Lemme e Valle Scrivia, tra il monte Porale, al confine con Ronco Scrivia (Genova), e il Monte Zuccaro, fino alle colline gaviesi. Sono infatti ormai numerosi gli avvistamenti nei boschi della zona di alcuni cuccioli. Dice ancora Massimo Campora: “Il lupo nella zona appenninica è presente da anni e la sua riproduzione è un fatto normale. Quest’anno è possibile che abbiano figliato più coppie rispetto a prima. La distribuzione del lupo è ormai estesa dalla Val Curone a Capanne di Marcarolo, passando appunto per la Val Lemme e la Valle Scrivia”. Nel Parco Capanne il branco è monitorato dal 2004. “Nel corso del 2017 – dice il guardia parco Germano Ferrando – sono stati avvistati tre cuccioli. E’ un branco stabile, con un numero di componenti variabile. Al momento possono essere sei o sette, cifra che con l’inverno può calare a causa del freddo e, nei mesi successivi, anche per l’allontanamento dei maschi e la cosiddetta dispersione. E’ possibile che resti solo una coppia”.