Un anno nero per gli apicoltori della provincia di Alessandria: le difficoltà si sono fatte sentire nei circa 27.000 alveari presenti sul territorio provinciale che, a causa dell’andamento climatico anomalo con l’inverno bollente, il gelo in primavera e un’estate divisa tra caldo africano, siccità e violenti temporali ha distrutto le fioriture. Risultato? Un raccolto di miele che quest’anno sarà tra i più bassi degli ultimi decenni con 1 vaso di miele su 4 che arriverà dall’estero.
“Alla luce di questa situazione, è opportuno che anche l’agroindustria scelga il vero miele del territorio, attivando progetti economici di filiera che possano garantire la giusta valorizzazione del prodotto ed il lavoro degli imprenditori, e che venga resa omogena la legislazione comunitaria per non penalizzare le produzioni ottenute rispettando le rigide norme di sicurezza italiane rispetto a quelle dei Paesi con sistemi di controllo più permissivi, come avviene per il miele proveniente dalla Cina e dall’est Europa”, aggiunge il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo.
Con la conversione in legge del D.L. 25 maggio 2021 n 73 art 71, cosiddetto “Sostegni bis”, sono stati ottenuti per il settore apistico cinque milioni di euro per fornire un aiuto economico agli apicoltori che hanno subito pesanti danni a seguito delle brinate, gelate e grandinate eccezionali nei mesi di aprile, maggio e giugno 2021.
“Le risorse stanziate, pur apprezzabili, non risultano tuttavia sufficienti rispetto ai danni subiti dal settore apistico durante il 2021 per effetto degli eventi climatici anomali”, concludono Bianco e Rampazzo.
In Italia esistono più di 60 varietà di miele a seconda del tipo di “pascolo” delle api: dal miele di acacia al millefiori, che è tra i più diffusi, da quello di arancia a quello di castagno più scuro e amarognolo, dal miele di tiglio a quello di melata, fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino.
Il ruolo insostituibile svolto da questo insetto è confermato da Albert Einstein che sosteneva che “se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”.