Guai ad attaccare le amministrazioni targate Albano. A Gavi sono stati strappati i (pochi) manifesti che il circolo del Pd aveva cercato di diffondere in paese per chiedere una reazione alla popolazione in seguito alle indagini a carico dell’ormai ex vicesindaco. Quella dei Democratici è stata l’unica voce ufficiale che si è levata contro i metodi di governo di Nicoletta Albano dopo le dimissioni “forzate” del sindaco Rita Semino del 29 dicembre, il blitz dei carabinieri del 22 gennaio e le dimissioni di tutta la maggioranza, volute da Albano, due giorni dopo, per portare a tutti i costi al voto il paese in primavera, a un anno dalla scadenza del mandato. “Gli ultimi avvenimenti che hanno colpito Gavi – recita il manifesto del Pd – sono l’epilogo di una amministrazione targata Albano che dura da più di vent’anni. Come abitanti di questo territorio ci vergogniamo e ci rifiutiamo di essere considerati passivamente “conniventi” con un sistema amministrativo che risponde solo a logiche personalistiche. Gavi non merita tutto questo. Chiediamo a tutti i gaviesi uno scatto d’orgoglio per mettere fine ad una amministrazione priva di qualsiasi trasparenza”. Parole che non sono ovviamente piaciute a qualcuno.
Strappati i manifesti che chiedono ai gaviesi uno “scatto d’orgoglio”
Il Pd aveva chiesto una reazione alla popolazione dopo il blitz delle forze dell’ordine, l’indagine dei carabinieri e le dimissioni della maggioranza volute dalla Albano (indagata per concussione) per portare il paese al voto a breve.