Da oltre due anni il Cociv non applica le direttive del ministero dell’Ambiente sull’amianto e utilizza ancora la procedura che sembrava fatta apposta per non trovare la fibra killer nelle rocce”. La denuncia è arrivata dall’assessore all’Ambiente del Comune di Alessandria, Claudio Lombardi, la scorsa settimana, durante una seduta della Commissione Bilancio. Il riferimento è al metodo di campionamento dell’amianto nello smarino del Terzo valico.

Nel settembre del 2015 il ministero, sollecitato dalle Arpa del Piemonte e della Liguria, aveva imposto nuove regole. Fino ad allora il riferimento era la legge 161 del 2012, in base alla quale le analisi sono da svolgere solo sulla roccia setacciata, metodo che, a detta dei tecnici dell’Arpa, comporta un margine di errore fino al 98% nella ricerca dell’amianto. In sostanza, l’amianto può esserci lo stesso nella parte che non viene setacciata e portata poi nella varie cave di deposito dello smarino. Le Arpa e quindi il ministero avevano stabilito il nuovo metodo: deve essere frantumato l’intero campione di roccia scavata e analizzato tutto il materiale, in modo da avere certezze certamente maggiori e quindi più tutela per i lavoratori e la popolazione evitando il più possibile la diffusione di amianto sul territorio. Il Cociv aveva impugnato di fronte al Tar del Lazio le nuove regole ma avrebbe dovuto comunque applicarle, in attesa di un’eventuale sospensione o annullamento oppure di una conferma della loro legittimità da parte dei giudici. La situazione a oggi è la seguente: il Tar non ha mai più fissato nessuna udienza e il Cociv ha continuato a fare come prima, nel silenzio quasi totale delle istituzioni, mentre dalle intercettazioni emerse dalle indagini di Roma e Genova si parla di 4 milioni di metri cubi di amianto da smaltire.

Claudio Lombardi, assessore del Comune di Alessandria
Claudio Lombardi, assessore del Comune di Alessandria

Lombardi ha rotto questo silenzio: “La Regione – ha detto l’assessore – ha confermato che la procedura imposta dal ministero sull’amianto non viene adottata dal Cociv. Di fronte a tale risposta abbiamo chiesto ulteriori chiarimenti all’amministrazione regionale, che non sono arrivati. Di fronte al fatto che la procura di Genova sta indagando sul presunto traffico illecito di smarino, potenzialmente contenente amianto e schiumogeni finiti chissà dove, non solo vanno fermati i conferimenti di roccia e terra da scavo nelle cave ma anche la realizzazione dell’opera”. Per altro, solo quattro comuni (Alessandria, Arquata, Tortona e Pozzolo) si sono costituiti al Tar a fianco del ministero e dell’Arpa a difesa delle nuove regole di campionamento. Tutti gli altri lo hanno solo annunciato. Le parole di Lombardi sono state rese pubbliche dai consiglieri comunali 5 stelle tramite Youtube.

Terzo Valico: i lavori del tunnel di Castagnola
Il tunnel di Castagnola.

Intanto, sempre a proposito di amianto, il Cociv interviene sul nuovo fermo del cantiere di Castagnola dovuto ancora una volta al ritrovamento di elevate quantità del pericoloso minerale nelle rocce: “A Castagnola non ci sono pericoli per la salute dei lavoratori e dei cittadini. A tutela della salute dei lavoratori, come era già avvenuto nel cantiere di Cravasco, si è proceduto a fermare i lavori di scavo, dopo aver messo in sicurezza il fronte di avanzamento: è il primo passo nel momento in cui vengono rilevate concentrazioni di fibre di amianto in ambiente di lavoro superiori ai limiti previsti dalle procedure condivise con gli enti preposti (Asl e Arpa). Non si sono mai presentate, quindi, situazioni che potessero mettere in pericolo né i lavoratori né la popolazione, nonostante la presenza accertata al fronte di scavo di rocce contenenti fibre amiantifere in concentrazione inferiori al limiti di legge: lo stato rilevato dalle centraline nell’ambiente di vita esterno al cantiere è sempre stato inferiore ai limiti suggeriti dall’Organismo mondiale della sanità. La sospensione dei lavori – prosegue il consorzio – è dovuta alla necessità di implementare le misure impiantistiche di contenimento all’esposizione a fibre di amianto dei lavoratori: una volta ultimate, come è già accaduto a Cravasco, verranno riprese le lavorazioni mantenendo le attività di monitoraggio già in corso. Per il cantiere di Castagnola i risultati dei monitoraggi sono trasmessi, in tempo reale e in contemporanea, sul monitor installato presso il comune di Fraconalto e sui siti web del Commissario di governo e dell’Osservatorio ambientale per il Terzo Valico”. Rassicurazioni che si scontrano con la denuncia di Lombardi.