Un operaio di 45 anni, Novruz Ruci di origine albanese, ma da anni residente ad Acqui con la moglie e due figli piccoli, morì folgorato su un traliccio dell’Enel il 9 maggio 2013 a Tassarolo, in via Sant’Ambrogio. Dopo 4 anni, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ipotesi di omicidio colposo per 3 persone. La vittima era dipendente dell’impresa Boetti di Monteu Roero in provincia di Cuneo. Quel tragico giorno aveva cominciato insieme ad alcuni colleghi a controllare i cavi della linea che trasporta corrente elettrica industriale a 380 Volt, passando di traliccio in traliccio, utilizzando una scala di sicurezza.

Poco prima delle 11, Ruci era salito sul traliccio Enel situato in via Sant’Ambrogio, nella zona residenziale all’ingresso di Tassarolo. Mentre stava eseguendo un’operazione tutto sommato routinaria che si stava svolgendo in veloce successione all’interno del “cestello” di sicurezza della scala, per cause ancora in fase di accertamento qualcosa non avrebbe funzionato. Improvvisamente è partita una micidiale scarica elettrica che ha tramortito inesorabilmente Ruci che non ha avuto neppure il tempo di chiamare aiuto, morendo sul colpo.

Il cavo della linea elettrica era difettoso – ricorda Gino Flori, residente della zona, tecnico elettronico, tra i primi ad accorrere sul posto. –  Cosa perfettamente nota ad Enel che ne aveva  previsto la sostituzione. La ditta incaricata aveva portato un suo operaio con scala, guanti di protezione e scatola di fascette. Non c’era, a quanto pare, la persona di sicurezza ai piedi della scala. Poiché è impossibile infilare le fascette utilizzando i guanti l’operaio ha deciso di sfilarseli per eseguire il lavoro ordinatogli”.

Appena ha toccato nuovamente la linea – prosegue Flori – è rimasto fulminato. Osservo che, con tutta evidenza, chi lo ha accompagnato sul posto avrebbe dovuto segnargli con energia ed efficacia che la linea, in quanto difettosa, poteva dare scariche e che l’uso dei guanti di isolamento era assolutamente inevitabile ed obbligatorio. La sequenza dei fatti suggerisce che l’avviso (nota bene che il fatto che la linea avesse delle perdite era noto sia all’Enel che ne aveva deliberato la sostituzione sia alla società che lo eseguiva) non sia stato eseguito“.