Il 2018 per il Terzo valico si apre con l’aggiudicazione definitiva, avvenuta a gennaio, del terzo e del quarto dei bandi di gara pubblicati dal Cociv a partire da aprile. Entrambi riguardano lo scavo del tunnel di valico sotto l’Appennino, l’opera più importante di tutto il progetto con una lunghezza di 27 km. “Dopo la firma dei contratti con le aggiudicatrici – spiega in un comunicato il commissario di governo del Terzo valico, Iolanda Romano – i lavori potranno partire a breve”. Il lotto Cravasco, a Campomorone (Genova), è stato assegnato al Ctg-Consorzio Tunnel Giovi, costituito dalle imprese Pizzarotti e Collini, già vincitore del bando per lo scavo di 3,6 km di tunnel nel cantiere di Castagnola (Fraconalto). Nel cantiere ligure il consorzio guidato dall’impresa di Parma dovrà scavare con tecnica tradizionale circa 4,7 km della galleria di Valico, con una spesa di 215,3 milioni di euro. L’altro bando assegnato il mese scorso è relativo ai 7,7 km di galleria da realizzare a partire dal cantiere di Radimero, ad Arquata Scrivia, dove lo scorso anno è partito lo scavo del tunnel di valico con l’avvio della talpa meccanica. L’appalto, per un importo di circa 189 milioni di euro, è stato vinto dal raggruppamento di imprese composto da Toto Costruzioni Generali e Seli Overseas. “Sono dunque quattro in tutto i lotti sinora banditi e aggiudicati in via definitiva – spiega il commissario -. Il primo in linea di tempo, infatti, riferito al cantiere Val Lemme, nel Comune di Voltaggio, è stato vinto dalla Grandi Lavori Fincosit per un importo di quasi 222 milioni di euro e riguarda la realizzazione di 3,5 km circa della galleria di Valico, di cui 2 in direzione nord e 1 in direzione sud”.

Lo scavo del tunnel a Cravasco

Il Cociv, consorzio al quale lo Stato ha assegnato la costruzione del Terzo valico, ha intanto pubblicato il bando relativo al lotto Pozzolo-Tortona, 106 mila euro per proseguire la realizzazione della linea in pianura. Intervento sul quale pesa l’incognita dell’esproprio del cosiddetto terreno dei 101, a Pozzolo Formigaro, oggetto di un ricorso da parte degli oltre cento cittadini che nel 2013 aveva acquistato il fazzoletto di terra posto proprio sulla futura linea ferroviaria, allo scopo di ostacolare i lavori. Il Cociv sostiene di averlo espropriato ma le modalità sono state molto discutibili e ora sarà il Tar Piemonte a doversi pronunciare, non si sa però con quali tempi. L’altra grande incognita, che pesa invece sulla salute della popolazione, riguarda sempre le modalità di campionamento nelle rocce scavate nei cantieri del Terzo valico. Da quasi tre anni il Tar del Lazio continua a non fissare l’udienza per discutere il ricorso presentato dal Cociv contro le nuove regole imposte (ma solo sulla carta) dal Ministero dell’Ambiente, più restrittive rispetto alle attuali, con le quali, sostiene l’Arpa, ci sono margini di errore nella ricerca dell’amianto fino al 98%. A fianco del ministero, quindi contro il Cociv, si sono schierati i Comuni di Arquata Scrivia, Pozzolo Formigaro, Tortona e Alessandria mentre hanno deciso altrimenti Novi, Serravalle, Gavi, Fraconalto, Carrosio, Vignole e Voltaggio. Inutili, finora, le richieste di discussione del ricorso avanzate dai legali dei tre Comuni costituiti in giudizio. “Il Cociv – spiega l’Arpa – ha potuto scegliere se applicare la norma del 2012 o quella più restrittiva successiva, prevista nella nuova legge sulle terre e rocce da scavo”. Ovviamente ha scelto la prima: costi inferiori e tempi più rapidi nei lavori per chi, nel 2012, aveva addirittura negato la presenza dell’amianto, spalleggiato da fior di politici.