Ufficialmente le ferie per gli operai dei cantieri del Terzo valico sono finite il 27 agosto ma a Novi Ligure, nel cantiere basso Pieve, le maestranze sono rientrate solo ieri e non tutte. Nell’area, secondo i sindacati, è presente circa la metà del totale degli addetti (20 su 40) e, soprattutto, entrambe le talpe meccaniche, almeno fino a ieri, non erano ripartite. Lo scavo del tunnel verso Serravalle Scrivia era ripreso solo ad agosto, dopo mesi di stop, e solo in una delle due gallerie parallele, questo dopo che a luglio gli operai avevano scioperato in forma silenziosa per una settimana poiché non erano stati pagati dalla Grandi Lavori Fincosit (Glf) di Roma, impresa appaltatrice. Una parte degli stipendi riferiti a giugno era arrivata il mese scorso ma dopo le ferie, gli operai, a quanto risulta, non hanno visto nulla e così il fermo del cantiere è proseguito dal 10 agosto fino a ieri, un mese quindi anziché le due settimane previste per le ferie.

Il tunnel del Terzo valico a Voltaggio

La Glf è sull’orlo del fallimento: ha chiesto al tribunale di essere ammessa al concordato preventivo per cercare di trovare un accordo con i creditori. Il cantiere di Novi Ligure sarebbe fermo, infatti, anche per le difficoltà a pagare i fornitori. L’impresa romana ha ottenuto in appalto anche lo scavo del tunnel principale del Terzo valico a Voltaggio. La gara è stata vinta a ottobre 2018, quasi un anno fa, ma da allora nulla si è mosso nel cantiere Val Lemme per gli stessi motivi. Dopo le ferie a Voltaggio sono rientrate solo le poche maestranze presenti prima e l’annunciato scavo del cosiddetto “camerone”, secondo i sindacati, di fatto non è partito poiché i lavoratori sono troppo pochi. Su terzovalico.it, sito web ufficiale della Grande opera, si legge però che a Voltaggio, ad agosto era “in corso lo scavo del camerone di innesto dalla Finestra Vallemme, propedeutico allo scavo delle galleria di linea”, parole smentite dal sindacato.

CARROSIO. Intanto, a Carrosio, nell’area della Tre Colli si è insediata la società Radimero scarl, di cui fanno parte le due società titolari dei lavori nel cantiere omonimo del Terzo valico di Arquata Scrivia, Toto Costruzioni e Seli Overseas. Sempre secondo i rappresentanti dei lavoratori, la società ha affittato parte del capannone della Nord Prefabbricati, proprietà dell’impresa della famiglia Persegona, per produrre i conci in cemento necessari alla galleria di valico in corso di scavo ad Arquata.

La Tre Colli di Carrosio

La scorsa settimana ad Alessandria si è svolta una conferenza dei servizi riferita alla richiesta della Radimero di prelevare acqua dal Lemme, al massimo per 3,80 litri al secondo (l/s) e in media per 0,73 l/s. I conci dovranno quindi essere trasportati da Carrosio ad Arquata su mezzi pesanti, in aggiunta quelli che già transitano sulle provinciali 160 e 161. Il gruppo di minoranza Alternativa civica ha protestato con l’amministrazione comunale per i tempi ristretti con i quali è stata portata a conoscenza della conferenza dei servizi di venerdì scorso, della quale è stata chiesta, inutilmente, una sospensione per poter ottenere informazioni in Consiglio comunale. La domanda della Radimero Scarl è stata depositata il 3 agosto. In Val Lemme dal 2015 è già attivo un sito di produzione dei conci: a Basaluzzo la Generale Prefabbricati ha ottenuto un grosso appalto dal Cociv.