Stipendi pagati ma ancora incognite sui lavori nel cantiere del Terzo valico di Voltaggio. Un anno fa la Grandi Lavori Fincosit (Glf) vinceva l’appalto per lo scavo di un tratto del tunnel principale verso Genova ma da allora nulla si è mosso poiché l’azienda è in gravi difficoltà economiche: a luglio ha chiesto al tribunale l’ammissione al concordato preventivo e per mesi non ha pagato gli stipendi né agli operai di Voltaggio né a quelli del Basso Pieve a Novi Ligure. Da qualche tempo le buste paga hanno ripreso ad arrivare regolarmente ma, mentre a Novi l’attività, secondo i sindacati, è ripresa con una delle due talpe meccaniche per lo scavo della galleria verso Serravalle, a Voltaggio regna ancora l’incertezza. Si attendono infatti ancora i mezzi antideflagranti, necessari per scavare il tunnel in presenza dei gas che potrebbero provocare esplosioni. L’azienda ha assicurato ai sindacati anche per il cantiere voltaggino la ripresa regolare dell’attività a breve ma sia sul concordato sia sull’acquisizione della Glf stessa da parte di Salini-Impregilo, appresa dai giornali, non sono state date certezze.

Il cantiere del Terzo valico di Libarna, a Serravalle

Ieri, la commissione Trasporti del Consiglio regionale ha visitato i cantieri del Terzo valico di Radimero ad Arquata Scrivia, Libarna a Serravalle e Romanellota a Pozzolo. “Abbiamo potuto vedere nel dettaglio i lavori in corso ad con le quattro talpe scavatrici in funzione, che andranno complessivamente a realizzare il tunnel di base più lungo d’Italia con i suoi 37 chilometri”, spiegano la presidente della Commissione Nadia Conticelli con il vicepresidente Antonio Ferrentino e il capogruppo del Partito Democratico Domenico Ravetti. “Degli oltre sei miliardi di investimenti previsti ad oggi sono state assegnate gare per un miliardo e settecento mila e nessuna di queste ha avuto ricorsi o contestazioni – ricordano i tre consiglieri Dem – Ora il blocco del quinto lotto da parte del Ministro Toninelli sta provocando un clima di incertezza. In sostanza un settore intero di economia resta appeso a questa incerta analisi costi benefici.” “Oggi qui abbiamo visto un cantiere diffuso ben organizzato, con un livello di attenzione altissimo alla sostenibilità ambientale, che dà lavoro complessivamente ad oggi a 658 persone – concludono i consiglieri regionali – L’opera conclusa darà finalmente sbocco al porto di Genova e alle altre piattaforme del Tirreno. Pensare di fermarne la realizzazione lasciando i cantieri a metà è pura follia“. Replica il consigliere Paolo Mighetti (M5s): “Il Pd avrebbe dovuto rivedere l’analisi costi benefici dell’opera del 2003 prima di far partire l’opera nel 2013. Invece di pensare a un mondo completamente mutato in quei dieci anni, l’unica cosa di cui i Democratici si sono preoccupati è di correre ad approvare tutti i lotti prima che arrivassimo al governo. Ora la loro speculazione politica è solo deprecabile. Toninelli sta agendo con grande responsabilità nei confronti dei cittadini italiani che stanno pagando di tasca loro quest’opera. Dalla visita ai cantieri abbiamo potuto toccare con mano un cambiamento positivo e tangibile sotto l’aspetto ambientale. Il lavoro di tanti funzionari degli enti pubblici con la schiena dritta – conclude Mighetti -, in questi ultimi due anni, ha garantito la sicurezza dei cittadini”.

A tal proposito ieri, in prefettura, ad Alessandria, l’Osservatorio ambientale del Terzo valico presieduto da Claudio Coffano, ha presentato il suo progetto di comunicazione verso i cittadini non solo sul tema amianto. La campagna, spiega l’Osservatorio, “si articola in diverse forme, a partire dal nuovo opuscolo “La gestione degli impatti ambientali nei lavori per il Terzo Valico”, che è già scaricabile dal sito terzovalico.mit.gov.it. La corposa parte sulla gestione del rischio amianto aggiorna i contenuti dell’opuscolo realizzato nel 2017, a seguito di importanti novità come la nuova edizione del Protocollo Gestione amianto che sostituisce quella del 2014; le doppie analisi sulle terre effettuate anche in base al metodo dell’amianto totale per ridurre ulteriormente il margine di errore; l’ulteriore cautela per i siti di deposito con destinazione d’uso agricolo dove è imposto uno strato finale sterile di 1 metro di terre completamente prive di amianto. Rimarcando che a oggi, con oltre 21 km di gallerie scavate anche in presenza di amianto, all’esterno dei cantieri non è mai stata rilevata una concentrazione di fibre di amianto nell’aria maggiore al limite di 1 fibra al litro”.

Il deposito intermedio dello smarino del Terzo valico nella cava Romanellotta

Seguono le parti dedicate agli altri temi ambientali più rilevanti per il Terzo Valico: “- il trattamento dei tensioattivi contenuti nelle terre scavate con le talpe, con un approfondimento sullo studio ecotossicologico predisposto dall’Istituto di ricerca Mario Negri in contraddittorio con Arpa Piemonte e sulle tutele ambientali adottate nel deposito intermedio di Romanellotta dove avviene il processo di biodegradazione dei tensioattivi; – la salvaguardia delle risorse idriche, intese come acque sia superficiali che sotterranee, che rappresentano la componente ambientale potenzialmente più impattata dai lavori; viene spiegato quali sono i controlli previsti dal Piano di monitoraggio ambientale (Pma), le misure imposte dall’Osservatorio per migliorarne l’efficacia e gli interventi sugli acquedotti per garantire il servizio anche in caso di depauperamento o isterilimento delle sorgenti a causa degli scavi; – allo stesso modo per quanto riguarda la qualità dell’aria (in particolare la quantità di polveri sottili PM10) e il rumore sono illustrati i controlli effettuati, attraverso rispettivamente 180 e 100 centraline, le novità introdotte dal Protocollo di Qualità dell’Aria per una maggiore accuratezza nell’interpretazione dei dati e le azioni di mitigazione che vengono attuate in caso di superamento dei valori limite; – infine, ma non meno importante, un capitolo affronta il tema della riduzione dell’impatto sulla viabilità del traffico di cantiere, sia attraverso interventi di adeguamento stradale e realizzazione di nuove infrastrutture, come la rotonda autostradale di Vignole Borbera, sia attraverso il monitoraggio dei flussi di traffico, facilitato dal sistema di tracciamento Gps installato da Cociv su tutti i mezzi pesanti. Ma anche attraverso interventi innovativi, come il nastro che a Cravasco trasporterà le terre direttamente dal cantiere al sito di deposito, riducendo il traffico su gomma”.

“In linea generale – è stato detto ad Alessandria -, la vicinanza dell’Osservatorio (trasferito da Genova ad Alessandria, ndr) all’opera  ha consentito di intensificare i sopralluoghi per effettuare verifiche e monitorare alcune criticità sul territorio. Altrettanto produttivo l’aspetto relativo all’elaborazione e aggiornamento di protocolli e procedure, tra cui: – la revisione del Protocollo Gestione Amianto: fra le novità un modello geologico aggiornato, un affinamento della definizione degli stati di allerta e delle conseguenti modalità di intervento, il metodo di campionamento sul fronte di scavo con Tbm, le modalità di gestione corretta delle acque utilizzate in cantiere; – le nuove linee guida per il monitoraggio delle polveri sottili, finalizzate a valutare l’impatto dei cantieri sui livelli di PM10 rispetto ai limiti normativi e ai valori ambientali esistenti prima dei lavori; – la sistematizzazione delle procedure per il trattamento dei tensioattivi contenuti nelle terre scavate con metodo meccanizzato (talpe), per quanto riguarda sia il metodo di determinazione delle concentrazioni di questi additivi, sia la gestione delle terre addizionate nel deposito intermedio di Cascina Romanellotta (Pozzolo Formigaro) dove stazionano per consentirne la naturale degradazione; – i report mensili richiesti dall’Osservatorio ambientale a Cociv con i risultati dei monitoraggi sulle varie componenti ambientali, che consentono – nel caso di eventuale superamento rispetto alle soglie previste dalla normativa – di verificare l’esistenza di una correlazione con le attività di cantiere e in questo caso di intervenire tempestivamente con misure di mitigazione e successivi monitoraggi di verifica; la metodica da campo per il campionamento, cioè la modalità con cui viene costituito in cantiere il campione di terra da scavo, su cui vengono poi effettuate le analisi al fine di determinare l’eventuale presenza e quantità di amianto”. Il tutto in attesa dell’esito dell’analisi costi-benefici del Terzo valico, atteso a breve.