Per ora, manca solo Voltaggio. Per il resto, nelle gallerie del Terzo valico in corso di scavo l’amianto la sta facendo da padrone. Castagnola, Cravasco e Radimero: da mesi in questi cantieri l’avanzamento dei lavori deve fare i conti con le rocce che contengono la pericolosa fibra killer, causa di tumori al polmone che non lasciano scampo, diffuse nei siti di deposito dello smarino sparsi per la provincia come denunciano da mesi i comitati contrari al Terzo valico, seppure, assicurano le autorità, con quantità di fibre entro i limiti di legge. C’è da chiedersi cosa sarebbe successo se nel 2012 associazioni e comitati non avessero lanciato l’allarme amianto, problema fino ad allora ignorato dai promotori dell’opera, nonostante Regione e Provincia, pur approvando il progetto definitivo del Terzo valico, nel 2005 avessero sottolineato la carenza dei carotaggi effettuati fino ad allora dal Cociv, consorzio che cinque anni fa negava ufficialmente la presenza di amianto.

La talpa meccanica nel tunnel di Radimero

Ora è un susseguirsi di rassicurazioni sui controlli che vengono effettuati durante lo scavo. Mercoledì ad Alessandria l’Osservatorio Ambientale ha affrontato l’argomento, in particolare per Radimero, il cantiere di Arquata Scrivia dove la talpa sta scavando il tunnel di Valico verso Genova. Qui nel fronte di scavo non ci sono pietre verdi, che possono contenere amianto, ma direttamente l’amianto. “La presenza di rocce amiantifere – spiegano dall’Osservatorio – è costante e finora ha registrato concentrazioni sempre molto basse (oscillano al di sopra e al di sotto della soglia che gli strumenti sono in grado di rilevare, di 120 mg/kg) e comunque molto inferiori al valore che farebbe scattare la qualifica di rifiuto pericoloso (oltre 1000 mg/kg). La presenza di queste rocce era prevista dal modello geologico di riferimento del Protocollo amianto e le operazioni di scavo procedono quindi regolarmente, adottando tutte le precauzioni per la salute dei lavoratori già previste, notificate e ritenute idonee dall’Asl, servizio Spresal”.

Lo scavo del tunnel a Cravasco

Non la pensano così i comitati No Terzo valico. Sul sito notavterzovalico.info, scrivono: “Da giovedì 5 ottobre il sito dell’Osservatorio ambientale riporta la presenza di amianto sul fronte di scavo, con una concentrazione che comincia ad essere degna di nota, seppure inferiore all’attuale limite di legge di 1000mg/Kg. La concentrazione viene indicata in 206mg/Kg”. I comitati lamentano il fatto che, per giorni, dalla data di pubblicazione dei dati non c’è stata alcuna comunicazione ai cittadini, avvenuta solo ieri, cioè il 14 ottobre, nove giorni dopo. “Quello che sorprende – proseguono i No Terzo valico – è che si tratta di valori molto prossimi a quelli riscontrati a Cravasco il 23 settembre, dove tuttavia i lavori sono stati subito sospesi e lo sono ancora, il tutto nelle stesse condizioni ambientali dichiarate (concentrazione di fibre in aria inferiori a una fibra per litro). Anzi, quando i lavori sono stati sospesi a Cravasco, la motivazione era la sola presenza di “pietre verdi, che potrebbero contenere amianto“, come ricorda il sito dell’Ansa. Ad Arquata invece no, lo scavo è ancora “in corso”, nessuna sospensione. Perché? Il sindaco di Arquata se la fa questa domanda?”. L’Osservatorio ricorda, a tal proposito, che “lo scavo meccanizzato con la “talpa” (ad Arquata, ndr) favorisce condizioni di maggiore sicurezza per gli operai perché la terra esce dal nastro trasportatore già bagnata e quindi la possibilità di dispersione in aria delle fibre di amianto è praticamente nulla”. A Cravasco, invece, si scava con la tecnica del martellone, con una potenziale dispersione di fibre maggiore, secondo l’Osservatorio.

Iolanda Romano, commissario del Terzo valico
Iolanda Romano, commissario del Terzo valico

I comitati ricordano infine un aspetto non secondario nella vicenda amianto: l’Arpa aveva chiesto, insieme all’Istituto superiore di sanità, di modificare il limite di legge della presenza di amianto nelle rocce da 1000 a 100 mg per kg: sono i livelli entro i quali scatta la qualifica di rifiuto pericoloso per le rocce scavate con presenza di amianto. Con la seconda cifra la tutela per la popolazione sarebbe stata senz’altro maggiore ma il commissario del Terzo valico, Iolanda Romano, si è opposta sostenendo, tra l’altro, il rischio di “ritardi nei tempi di attuazione” dell’opera.