IL nuovo ponte sul Lemme tra Gavi e Carrosio

Contratti a tempo determinato non rinnovati, rischio cassa integrazione e lavori fermi (ma per questioni tecniche, a quanto pare) per gli operai addetti al nuovo ponte sul Lemme tra Gavi e Carrosio, una delle opera viabilistiche maggiori legate al Terzo valico, e nella ex cava Cementir di Voltaggio.

La Polistrade Costruzioni generali, di Campi Bisenzio (Firenze), e la Maeg Costruzioni, di Vazzola (Treviso), le stesse che hanno eseguito anche tutti gli allargamenti lungo la strada provinciale 160 da Gavi a Voltaggio, sono quasi le uniche aziende a non essere state coinvolte, almeno fino all’ottobre scorso, nelle indagini disposte della procure di Roma e Genova sul Terzo valico, che hanno costretto il Cociv a rescindere i contratti di sub appalto con quasi tutte le ditte.

Ciononostante, data anche la situazione di incertezza legata al futuro del Cociv stesso, nel cantiere di località Maddalena e anche nella ex cava Cementir, dove la Polistrade si occupa anche della gestione dell’ammasso di smarino, i lavori vanno in parte a rilento e in questi giorni sono fermi del tutto. Lo stop sul ponte, secondo la Provincia, è dovuto “alla necessità di spostare i sotto servizi di luce, gas e acqua da parte delle aziende preposte”.

I sindacati e le due aziende, però, da gennaio, hanno messo le mani avanti in vista di possibili difficoltà a portare avanti i lavori. “Con la Polistrade – spiega Rocco Politi (Fillea Cigl) – abbiamo già stipulato un accordo sulla cassa integrazione. Durante l’anno da poco cominciato, se sarà necessario, l’azienda potrà ricorrere alla casa integrazione per una parte dei circa 20 addetti ed evitare così i licenziamenti”. Una scelta solo cautelativa, assicurano i sindacati, che non ha però evitato di lasciare a casa chi aveva il contratto in scadenza in questo periodo. Il ponte dovrebbe essere aperto al traffico nella prossima estate, salvo rinvii, e sostituirà quello in pietre e mattoni situato di pochi metri a monte. L’opera è stata voluta per facilitare, eliminando le due curve a 90 gradi esistenti, il traffico pesante generato dal cantiere del Terzo valico a Voltaggio quando sarà avviato lo scavo del tunnel di valico. I sindacati lamentano inoltre i tempi inspiegabilmente lunghi della decisione del prefetto di Roma sulla richiesta di commissariare il Cociv dopo l’indagine del 2016.