La Grandi Lavori Fincosit (Glf) di Roma a ottobre ha vinto l’appalto per lo scavo del tunnel del Terzo valico a Voltaggio senza avere in dotazione di mezzi antideflagranti, per questo il cantiere del Terzo valico è rimasto fermo dallo scorso autunno. Il via ai lavori, secondo quanto emerso nel recente incontro tra l’azienda e i sindacati, è ormai imminente dopo uno stop prolungato che aveva fatto storcere il naso ai rappresentanti dei lavoratori poiché era scaduti i termini dell’accordo che prevedeva la riassunzione delle maestranze fino a ottobre alle dipendenze del Cociv. Scavando prima il cosiddetto camerone e poi un tratto della galleria in direzione nord per circa 2 km e verso sud per circa 1,5 km, come spiega Rocco Politi, segretario provinciale del sindacato Fillea Cgil, “si troveranno vari tipi di gas, a rischio esplosione in caso di impiego di macchinari elettronici e di scintille. Per questo, come ci è stato spiegato, la Glf in questi mesi ha dovuto dotarsi di questi mezzi, prodotti in Italia da due sole aziende, quindi con tempi piuttosto lunghi di consegna”.

terzo valico novi cantiere pieve
La talpa del cantiere basso Pieve a Novi Ligure

Imminente la ripresa dei lavori anche nel cantiere del Basso Pieve a Novi Ligure, fermo dall’inizio del 2017 sempre in conseguenza dell’annullamento dei contratti a seguito del blitz delle forze dell’ordine. Anche qui i lavori sono stati assegnati alla Glf. “A Novi – prosegue Politi – opereranno due talpe meccaniche. Il cantiere entrerà a pieno regime entro la fine di ottobre con circa 130 occupati”. Nell’estate del 2016 il Cociv aveva sottoscritto un accordo con prefettura, Regione, Provincia e sindacati per l’assunzione di 150 lavoratori locali nei cantieri del Terzo Valico. Cento tra lavoratori diretti, dipendenti dei subappaltatori e degli affidatari già operanti, doveva entrare al lavoro addirittura entro il 15 gennaio 2017. Altre 50 assunzioni dovevano arrivare dopo l’approvazione del finanziamento del quarto lotto del Valico, atto già deliberato da tempo dal governo. La corruzione nell’assegnazione dei lavori, i relativi arresti del 2016, con la cancellazione dei contratti già firmati, hanno fatto la loro parte. “Per la messa in atto di questa intesa – conclude Politi – purtroppo ci vorrà tempo”. Chissà quanto.