Alla fine della scorsa legislatura, quindi pochi mesi fa, l’allora senatore (oggi deputato) Federico Fornaro (Liberi e Uguali) aveva affermato: “C’è una situazione inaccettabile di immobilismo istituzionale a scapito di agricoltori e automobilisti. Nel prossimo Parlamento va trovata una soluzione rapida e risolutiva”. Il riferimento era al problema del proliferare dei caprioli. Fornaro nel 2017 aveva presentato un’interrogazione al ministro dell’Ambiente Galletti dopo che era emersa l’impossibilità per la Provincia di mettere in pratica il piano straordinario di abbattimento da mille esemplari. Il motivo? Per legge, i cacciatori possono prendere parte ai piani di contenimento del cinghiale ma non del capriolo, che può essere abbattuto solo dalle guardie provinciali, dai vigili e da poche altre figure. Fornaro aveva quindi chiesto al ministro di permettere ai selecontrollori (cioè a cacciatori che hanno seguito corsi di formazione) di prendere parte ai piani, come avevano già proposto le Regione nel maggio del 2017, inascoltate. Galletti aveva risposto in sostanza che non poteva essere il governo a modificare la norma ma semmai il Parlamento, che ovviamente non si è ancora mosso anche a causa delle elezioni.

Federico Fornaro

La dimostrazione che si deve intervenire in qualche modo è quanto successo sabato a Borghetto Borbera. All’altezza delle piscine Bolle Blu, un ragazzo di 24 anni di Dernice in sella a una moto, è stato letteralmente investito da un capriolo spuntato all’improvviso, come capita in questi casi. A bordo c’era anche una ragazza di 22 anni di San Sebastiano Curone, rimasta illesa, mentre il motociclista si è fratturato una gamba nella caduta. Caprioli e cinghiali, secondo le associazioni animaliste che si oppongono ai piani di abbattimento, sono immessi dall’uomo per scopi venatori e il loro proliferare causa danni all’agricoltura, risarciti dalle casse pubbliche, e incidenti come quello di Borghetto, per i quali da alcuni anni la Provincia non paga nulla poiché non ha i soldi. Alla fine, i cittadini continueranno a pagare in tutti i sensi finché il nuovo Parlamento, come auspicato da Fornaro, non farà qualcosa.