Il Lemme rischia di andare sempre più in secca in estate a causa dei troppi prelievi, soprattutto a scopo agricolo. L’allarme arriva dal circolo Legambiente Val Lemme dopo la richiesta di un’azienda agricola di San Cristoforo, la Gamalero Pietro, di poter aumentare la sua derivazione dal torrente con quantità non indifferenti per irrigare terreni che passeranno dagli attuali 1,5 ettari a ben 5 ettari. La richiesta è stata inoltrata alla Provincia e dovrà essere ora valutata attentamente poiché dal Lemme verrebbero prelevati 33 litri al secondo (l/s) invece degli attuali 20 come portata massima, mentre la portata media passerà da 1,5 l/s a 16 l/s. Tutto ciò dal 15 aprile al 15 settembre. Legambiente, nelle sue osservazioni, ricorda che “la portata estiva del Lemme è ridotta al minimo e da molti anni scompare totalmente nella parte terminale del suo corso, a valle della derivazione situata nel tratto dopo Basaluzzo, come chiunque può osservare percorrendo il ponte sulla Strada provinciale 155 Novi-Ovada”.

Il Lemme a Basaluzzo: in estate già adesso l’acqua scompare

Inoltre, ricorda l’associazione, “sempre in questo tratto terminale un deflusso minimo sarebbe importante per la diluizione dello scarico dell’impianto di depurazione del Consorzio Depurazione Acque Reflue della Valle dell’Orba”. Legambiente ricorda poi come sia stato finanziato con fondi pubblici il progetto che prevede la rinaturazione dell’Orba, con la costruzione di passaggi per i pesci e di apparati per la misurazione delle portate rilasciate per il mantenimento del deflusso minimo vitale, cioè la quantità minima di acqua prevista per legge per mantenere in vita il torrente. Opere che saranno realizzate a valle delle due derivazioni sull’Orba a Fresonara e Bosco Marengo ma anche di quella del Consorzio del Torrente Lemme a Basaluzzo, situata a valle della derivazione di cui è titolare l’azienda di San Cristoforo. Se venisse accolta la richiesta di quest’ultima, “l’aumento delle portate prelevate (a beneficio di un privato) potrebbe vanificare la realizzazione degli interventi per il ripristino della continuità (a favore della comunità intera, ambiente e pesci compresi) inseriti fra i progetti di riqualificazione dei corpi idrici piemontesi e finanziati con i fondi pubblici del bando regionale in attuazione del Piano di Tutela delle Acque”. Legambiente ha quindi chiesto alla Provincia che la domanda di modifica della derivazione venga respinta.