Erano almeno una decina di anni che non si raccoglievano così tanti funghi. Lo sostiene Coldiretti Alessandria. Elevata quantità e qualità, dunque, in un settembre 2020 che ha ben dosato caldo, pioggia e umidità facendo gioire gli appassionati. Lo stesso non si può dire del brusco calo della temperatura di questi ultimi giorni che, invece, non favorisce la crescita di nuovi “esemplari”. Porcini, finferli, trombette, chiodini: le condizioni ottimali richiedono terreni umidi senza piogge torrenziali, una buona dose di sole e 18-20 gradi di temperatura all’interno del bosco. Una raccolta che ha fatto registrare nella provincia di Alessandria un +20%: Novese, Acquese e Tortonese le zone più ricche. “L’attività di ricerca non ha solo una natura hobbistica ma svolge anche una funzione economica a sostegno delle aree boschive dove rappresenta un’integrazione di reddito per migliaia di “professionisti” impegnati a rifornire negozi e ristoranti di prodotti tipici locali. – afferma il Presidente Coldiretti Alessandria, Mauro Bianco – E’ necessario tuttavia evitare le improvvisazioni e seguire alcune importanti regole che vanno dal rispetto di norme e vincoli specifici presenti nei diversi territori, alla raccolta solo di funghi di cui si sia sicuri e non fidarsi assolutamente dei detti e dei luoghi comuni, ma anche rivolgersi sempre, in caso di incertezza, per controlli ai Comuni o alle Unioni micologiche e utilizzare cestini di vimini ed evitare le buste di plastica”.

“I funghi sono prodotti di valore medio sotto il profilo nutrizionale e contengono in prevalenza acqua, ma anche proteine, carboidrati, sostanze minerali e vitamine. – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo -. Possono essere consumati freschi, congelati, essiccati o conservati sottovetro, ma l’attitudine alle diverse preparazioni differisce a seconda delle diverse varietà. La buona stagione è un’opportunità anche per i buongustai che preferiscono cercarli sugli scaffali: in questo caso la Coldiretti invita a verificare l’indicazione, il luogo di raccolta o coltivazione, che deve essere riportato obbligatoriamente. Una garanzia per sapere se i pregiati frutti del bosco sono Made in Italy o se sono arrivati da Paesi lontani con minore freschezza e garanzie di qualità e sicurezza alimentare.” Dal punto di vista della sicurezza Coldiretti consiglia soprattutto di non raccogliere funghi “sconosciuti” e di documentarsi sull’itinerario, scegliendo percorsi adatti alle proprie condizioni fisiche.