È in libreria soltanto da tre giorni ed è già un successo. S’intitola “Una Buona Idea” (Feltrinelli Editore) il libro scritto dal tortonese Michele Tranquilli, una storia vera di condivisione e di voglia di fare insieme che oggi, in un momento di profonda crisi economica e di valori, sarebbe utile per tutti ritrovare e applicare ogni giorno, in ogni ambito. «Non è un libro da leggere e poi chiudere nella libreria di casa – dice l’autore -. E’ fatto per generare cambiamento, creare movimento».

La copertina del libro

Nel 2006 Michele ha 17 anni e frequenta il liceo Peano di Tortona, una realtà che comincia a stargli un po’ stretta. Con l’idea di cambiare il mondo decide di partire per l’Africa per un’esperienza di volontariato e riesce a costruire qualcosa di grande: partecipa alla nascita di un metodo di lavoro e di cooperazione che si concretizza, oggi, in due scuole materne, un ospedale e una piccola azienda in alcuni villaggi della Tanzania. Li ha realizzati la rete solidale YouAid, un’organizzazione no profit basata su un sistema di rete e condivisione della buona volontà di cui Michele è stato promotore.

Una storia lunga dieci anni che è anche un modo di aiutare applicabile da tutti a qualsiasi problema, anche quello più vicino a noi. Perchè per fare qualcosa e ottenere un risultato concreto non c’è bisogno di avere soldi, servono una buona idea, condivisione e buona volontà. E con il suo libro Michele suggerisce questa formula alle nuove generazioni: «C’è un mondo da cambiare e tocca a loro, a nessun altro – dice -, bisogna muoversi! Mio nonno partigiano 70 anni fa ha rischiato la vita per cambiare le cose; oggi ci sono le possibilità per fare tutto ma molti scelgono di non fare niente perché non sono stimolati. Da qui è nata la voglia di scrivere il libro e condividere le esperienze che mi hanno formato come persona».
Michele Tranquilli tiene incontri e conferenze in molte scuole, università, teatri, ma anche in radio e tv, raccontando dell’esperienza di YouAid e del metodo di fare del bene “con le mani”. «Bisogna lanciarsi, imparare a prendere delle decisioni, muoversi e fare nuove esperienze – aggiunge -. A 17 anni sono partito pensando di andare a salvare il mondo in un mese, ma questo mi ha permesso di scoprire nuove realtà, mettermi alla prova e diventare la persona che sono oggi».

Il progetto di Michele però è molto più grande. «Stiamo lavorando per costruire una piattaforma dinamica, uno strumento di incontro e confronto per chi ha buone idee per progetti sociali e le vuole condividere con il mondo – spiega -. Il sogno è creare un social network solidale dove condividere buone idee e cercare collaboratori perchè possano nascere gruppi di lavoro in grado di generare un cambiamento immediato».

foto di Andrea Tomas Prato

Michele andrà in giro a parlare ai ragazzi per lanciare questa buona idea a gruppi di giovani e spingerli a nuovi progetti. «Tra un tot di mesi ci rivedremo e potrò raccontare quante idee sono nate – dice -, magari in un altro libro. Il progetto è seminare le buone idee e poi raccogliere le esperienze di cittadinanza attiva e di partecipazione che sono nate. Un metodo di cooperazione che ha funzionato in Africa e che vogliamo far funzionare anche in Italia. Quando sono partito per la Tanzania la crisi da noi non c’era ancora. Adesso le condizioni di disagio e povertà dell’Africa sono fuori dalla porta».

Il libro sarà presentato il 28 marzo alla Feltrinelli di piazza Duomo, a Milano, il 12 aprile alla libreria Namastè di Tortona.