Una via dedicata alla famiglia Morasso? Ci sono molti dubbi”. Il vicesindaco di Gavi, Nicoletta Albano, non sembra propensa a far sì che Gavi renda omaggio alla famiglia che cento anni fa fondò la storica fabbrica tessile. Grazie a essa, i gaviesi ebbero un lavoro per oltre cinquant’anni anche in periodi molto difficili come il primo dopoguerra e il secondo conflitto mondiale. Una posizione, quella dell’ex consigliere regionale, opposta a quella del sindaco, Rita Semino, per altro ex dipendente del calzificio. La richiesta di dedicare una via alla famiglia era stata rivolta all’amministrazione comunale durante l’inaugurazione della mostra “1919 – 2019 Un secolo di Morasso”, avvenuta il 2 settembre. Nell’occasione, Luigi Pagliantini, membro degli Amici del Forte, lanciò un appello: “Tutte le associazioni gaviesi chiedono una targa a ricordo della famiglia nel luogo dove sorgeva il calzificio. Chiediamo che il sindaco faccia da tramite per questa proposta”.

Il vicesindaco Nicoletta Albano (a sinistra) con il sindaco Rita Semino

Rita Semino, presente all’evento, aveva ricordato ciò che Morasso aveva rappresentato per Gavi e in particolare per le donne gaviesi, che per la prima volta avevano potuto avere un loro stipendio: “Per tutto questo – aveva detto – il signor Carlo Morasso non deve essere dimenticato”. Se il primo cittadino e le associazioni del paese sono d’accordo in teoria non dovrebbero esserci problemi a dedicare una via fra i palazzi costruiti dove fino al 2004 si trovava la fabbrica. Il vicesindaco ha parecchi dubbi. “Al momento – ha detto Albano in una dichiarazione raccolta prima dell’alluvione – la discussione si è svolta su un piano informale. Le criticità sono molte sia da un punto di vista tecnico-procedurale sia di opportunità, non si sa bene quali siano gli eredi rimasti né quale possa ancora essere il loro attaccamento alla Città di Gavi. Basti guardare alla loro tomba di famiglia al cimitero che è in stato di abbandono. Stiamo ancora valutando”. Più che altro, però, sono i gaviesi a voler mostrare il loro attaccamento a chi ha fondato la fabbrica.