“Uva a rischio anche quest’anno a causa di caprioli e cinghiali”.

La Cia, con l'imprenditore Italo Danielli di Cremolino, lancia un nuovo allarme, anche per i noccioleti. I piani di contenimento della Provincia rimasti in alto mare

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La vendemmia si avvicina e anche quest’anno c’è chi lancia l’allarme sui danni causati dalla fauna selvatica, cinghiali e caprioli in particolare. Per entrambe le specie, i piani di contenimento previsti dalla Provincia sono rimasti in sostanza sulla carta tra “buchi” legislativi e ricorsi che hanno sospeso, per i cinghiali, l’attuazione del provvedimento. Nelle settimane scorse Italo Danielli, presidente del consorzio Ovada Docg, aveva chiesto alle autorità di intervenire in particolare sui cinghiali prima della vendemmia per evitare una situazione i parte simile allo scorso anno. L’associazione agricola Cia oggi parla di “situazione gravemente minacciata dai danni della fauna selvatica. Le aziende agricole del territorio sono messe a rischio come la sicurezza pubblica, di strade e centri abitati. Giungono numerose, alla nostra associazione, le segnalazione degli agricoltori che subiscono danni ai filari da cinghiali e caprioli; molti di loro non procedono nemmeno più alla richiesta dei danni agli enti competenti (la fauna selvatica è proprietà dello Stato)”. Danielli, già dirigente della Cia di Alessandria, parla di “danni rilevanti, nonostante quanto fatto in potere dalle organizzazioni di categoria, le segnalazioni e le manifestazioni di protesta. La situazione non si risolve. Sono certo che se trovassimo un giornale di dieci anni fa, la cronaca di questi fatti non sarebbe diversa.

Italo Danielli

Più passa il tempo più mi rendo conto che il nostro settore non è tutelato: noi agricoltori vogliamo portare a casa il raccolto, invece spendiamo tempo e risorse per cintare e trovare protezione dalla fauna selvatica. Quest’anno non abbiamo vissuto gravi difficoltà di meteo – nessuna gelata né siccità, ma i raccolti saranno ugualmente rovinati. Facciamo fatica – prosegue l’imprenditore di Cremolino – a capire perché non si risolva la questione: capiamo che gli interessi siano diversi, ma mettere in gioco l’esistenza delle aziende di determinati territori è sconvolgente. Il rischio concreto è la chiusura delle attività. In un periodo in cui il territorio si spende molto per la promozione e la ricerca di nuovi mercati, il pericolo è che venga a mancare il prodotto. Per le imprese, l’asticella della redditività passa dal segno positivo a quello negativo in un attimo”. A livello romano, il governo ha risposto a un’interrogazione presentata dal deputato Federico Fornaro (LeU) sul tema dei danni in agricoltura annunciando la volontà di consentire alle Regioni di dotarsi di nuove figure autorizzate a partecipare ai piani di abbattimento attraverso corsi di preparazione alla gestione faunistica, cioè i cacciatori finora esclusi dalla legge. Una posizione che va nella direzione richiesta sin dallo scorso anno dalle associazioni agricole a proposito in particolare dei caprioli e dei cinghiali. Per ora, solo un’intenzione.