Voltaggio, l’omaggio più bello a Ettore Repetto

Sul sagrato della chiesa i musicisti di livello internazionale che il panettiere portava ogni anno in Val Lemme.

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Voltaggio, il concerto per ricordare Ettore Repetto (foto da Facebook)

Piazza piena e grande musica, proprio come succedeva quando a organizzare i concerti era lui. Voltaggio ieri sera ha reso omaggio a Ettore Repetto a dieci anni dalla scomparsa, avvenuta improvvisamente il giorno di Pasquetta del 2007, a 54 anni, mentre lavorava nel suo forno, lo storico panificio Castan. Per ricordare questo poliedrico personaggio il Comune e la pro loco hanno radunato alcuni dei più noti musicisti che Repetto negli anni avevano non solo portato a suonare in Val Lemme durante le rassegne estive voltaggine, ancora oggi davvero uniche, ma che lui stesso aveva in qualche modo aiutato a emergere. Un concerto memorabile, dal titolo “Voglio però ricordarti com’eri…”, che si è svolto sul sagrato della chiesa parrocchiale, aperto da un’esibizione di Marcello Crocco accompagnato da Jerry, l’inseparabile fratello di Ettore. Si sono poi esibiti Francesca Rapetti, Augusto Forin, il Gnu quartet, Martino Coppo e Beppe Gambetta, nomi noti a livello internazionale che a Voltaggio, ogni anno, grazie a Ettore, erano di casa.

Beppe Gambetta in concerto per Ettore

Tanti gli aneddoti raccontati durante la serata. Su tutti, quello narrato da Gambetta: “Per promuovere il mio primo disco era ovviamente in difficoltà essendo agli inizi. Ettore mi disse che lo avrebbe venduto nel suo forno. Io ai microfoni di una trasmissione radiofonica della Rai raccontai che il mio disco sarebbe stato promosso dal panettiere di Voltaggio. Incredibilmente, a Ettore arrivò una lettera da chissà dove con la richiesta di acquistare una copia del disco. Era indirizzata “al panettiere di Voltaggio””.

Piazza Garibaldi a Voltaggio durante il concerto per Ettore

Chi scrive lo ricorda per l’esperienza al Nostro giornale di Gavi, dove era arrivato alla fine degli anni Novanta: un vulcano di informazioni e un produttore instancabile di articoli che scriveva di getto dopo il lavoro nel forno, dallo sport alla cronaca fino allo spettacolo. Tante le sfuriate per le modifiche (inevitabili, come per tutti) ai suoi pezzi quando il giovedì usciva il giornale ma altrettanti i suoi gesti di generosità.