In Piemonte si è fermato un altro cantiere del Terzo valico dopo il Basso Pieve a Novi e il Val Lemme a Voltaggio ma, secondo le indiscrezioni giornalistiche che arrivano da Roma, anche se l’analisi costi benefici voluta dal Mit (ministero delle Infrastrutture) a cui è sottoposto il contestato progetto da 6,2 miliardi di euro sarà negativa, l’opera sarà completata lo stesso. Un’ipotesi, o forse qualcosa di più, che sta facendo andare in fibrillazione la base dei 5 stelle, che sullo stop alla linea ferroviaria più costosa di sempre e priva di dati a dimostrazione della sua utilità ha dato fiducia ai parlamentari eletti ad Alessandria e in Piemonte. Per questo c’è chi parla, a microfoni chiusi, di dimissioni e rotture, oltretutto a pochi mesi dalle elezioni comunali della prossima primavera. Alla base della possibile scelta del governo ci sarebbe un baratto politico: lo stop al Tav in Val Susa, accolto dalla Lega, fans delle Grandi opere da sempre, in cambio della prosecuzione del Terzo valico, già avviato dal 2012 anche se, come si diceva, lo studio che sarà eseguito dal professor Marco Ponti e dai tecnici ministeriali sarà negativo.
Oltretutto, la prosecuzione dei cantieri è sempre più difficoltosa non tanto per la sospensione dei fondi ma per la disastrosa situazione delle finanze delle aziende appaltatrici. Dopo la Grandi Lavori Fincosit (Glf), che attende di essere ammessa al concordato preventivo per via dei maxi debiti e non paga gli operai di Voltaggio e Novi, anche la Toto Costruzioni sembra essere in cattive acque. L’impresa abruzzese fa parte del consorzio Radimero Scarl insieme alla Seli Overseas e insieme scanno scavando il tunnel verso Genova da Radimero di Arquata ma, da stamattina, anche questo cantiere è fermo per lo stesso motivo di Voltaggio e Novi: gli operai non vengono pagati e sono in sciopero. “Andremo avanti finché non avremo una risposta dal consorzio – spiega Franco Parisi, sindacalista della Filca Cisl -. Lunedì o martedì si riunirà il cda della Radimero Scarl per rispondere alla nostra richiesta di pagamenti regolari per le maestranze: alla scadenza del 15 ottobre non hanno ricevuto lo stipendio, per questo è stato indetto lo sciopero a oltranza. Il problema non è né il Cociv né lo Stato ma sono piuttosto questioni interne al consorzio”.
Alla faccia dei posti di lavoro garantiti a parole a migliaia dall’opera (persino per i “locali”), ci sono famiglie che non vedono i soldi alla fine del mese. Ma il governo gialloverde potrebbe mandare avanti lo stesso il carrozzone che finora ha prodotto tangenti e amianto sparso sul territorio. In Parlamento ieri il ministro Danilo Toninelli (M5s), tra l’altro, ha detto, rispondendo al Pd che chiedeva al governo di concludere l’opera: “L’analisi costi benefici non viene fatta per bloccare l’opera ma per comprendere la sua utilità”. Oggi, interpellato da Giornale7, rispetto a quanto pubblicato sul Fatto quotidiano a proposito del baratto politico tra Val Susa e Terzo valico, il ministero delle Infrastrutture spiega: “Le indiscrezioni pubblicate dalla stampa sono tali e non rappresentano la posizione del ministro. Tra fine mese e inizio novembre al massimo sarà pronta l’analisi costi benefici. Il risultato ovviamente sarà frutto del lavoro dei tecnici, poi ci sarà la valutazione politica”. Parole che possono essere lette come ha fatto la stampa nazionale: anche se lo studio dovesse dire che il Terzo valico è inutile, il governo potrebbe comunque autorizzare la conclusione dell’opera, seppure inutile, perché questo vuole la Lega, capitanata dal viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi, per il quale è stata una chiesta una condanna a tre e quattro mesi per peculato per l’uso disinvolto dei rimborsi ricevuti da consigliere regionale quando era in Regione Liguria, e dal capogruppo alla Camera, l’alessandrino Riccardo Molinari.