Una presa in giro”. Così il presidente delle Aree protette dell’Appennino Piemontese, Dino Bianchi, ha definito la nuova bozza dell’accordo con Provincia e Regione sul centro di documentazione della Benedicta. Da mesi ormai il dibattito sull’utilità della struttura, ancora da completare, tiene banco grazie ai dubbi emersi nel consiglio dell’ente: troppi i soldi spesi (810 mila euro) e ancora da spendere (altri 750 mila euro) senza sapere con precisione a cosa servirà l’edificio, iniziato nel 2011 a mai terminato più che altro per carenza di fondi. Soldi che sulla carta ora sono stanziati a Torino e Alessandria ma resta il dubbio sulla destinazione. L’associazione Memoria della Benedicta in particolare spinge per avere un luogo dove dare ospitalità (e servizi igienici) ai visitatori del Sacrario, soprattutto studenti, solo per il periodo aprile-maggio.

Una seduta del Consiglio del Parco

“La bozza – ha detto Bianchi -, già approvata dal presidente della Provincia in attesa del voto del Consiglio provinciale (in programma domani, martedì, ndr) non contiene nulla di quanto richiesto dagli enti locali. Nelle passate riunioni si erano chiesti fondi per la gestione del centro e per la manutenzione dei ruderi della Benedicta, non citati nel documento. A disposizione ci sono solo i 5 mila euro annui dell’Unione Montana Dal Tobbio al Colma, ricavati dagli affitti delle cascine regionali. E poi?”. Bianchi ha lamentato il fatto che nella bozza si citi solo l’inserimento del centro di documentazione nel Sistema bibliotecario novese. “In Provincia – ha detto il vicepresidente del Parco Danilo Repetto – ora non puntano più sui libri ma solo sulla connessione web della struttura alla rete bibliotecaria. Hanno cambiato idea”. Il Consiglio del Parco alla fine ha deciso di non votare neppure stavolta l’accordo con Regione e Provincia, riferito anche ai 750 mila euro per il secondo lotto.