Al Vinitaly di Verona, in chiusura oggi, 13 aprile, arriva la denuncia di Coldiretti: a causa della guerra in Ucraina sono aumentati del 35% i costi per il vino con un impatto pesante sulle aziende vitivinicole. Nella manifestazione veronese sono molte le aziende vitivinicole della provincia di Alessandria che animano lo spazio fieristico per far conoscere e promuovere le eccellenze del territorio: vitigni e cultivar pregiate che incontrano il favore di pubblico e intenditori. Coldiretti ha allestito una vera e propria mostra per testimoniare l’impennata di costi che, secondo l’associazione agricola, per le imprese del vino è in media di 6.886 euro. Le aziende vitivinicole Made in Italy si sono così trovate a fronteggiare aumenti unilaterali da parte dei fornitori di imballaggi che arrivano oggi a pesare sui bilanci per oltre un miliardo di euro. “Una bottiglia di vetro costa più del 30% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20% ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35% e del 45%. Ma i prezzi degli ordini cambiano ormai di settimana in settimana, rendendo peraltro impossibile una normale programmazione economica nei costi aziendali. Problemi anche per l’acquisto di macchinari, soprattutto quelli in acciaio, prevalenti nelle cantine, per i quali è diventato impossibile persino avere dei preventivi”.
Rincarato anche il trasporto su gomma del 25% al quale si aggiunge la preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1000%. In generale, secondo il global index Freightos, importante indice nel mercato delle spedizioni, l’attuale quotazione di un container è pari a 9.700 dollari contro 1.400 dollari di un anno fa. La situazione di difficoltà si evidenzia anche dall’andamento delle vendite che per il 55% delle cantine italiane sono diminuite nel 2022, mentre per il 42% sono rimaste invariate e solo un 3% dichiara di averle aumentate. Gli effetti delle tensioni commerciali legate al conflitto si ripercuotono anche sull’export dove oltre quattro cantine su dieci (43%) affermano di aver ridotto le spedizioni. Occorre comunque ricordare che sino ad oggi l’incremento dei costi è stato scaricato esclusivamente sulle spalle dei viticoltori, come dimostra il fatto che il prezzo del vino, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, è addirittura diminuito dell’1,2% e dello 0,4% nei primi due mesi del 2022, per poi crescere appena dello 0,5% a marzo, in netta controtendenza con i rincari, spesso a doppia cifra, di tutti gli altri prodotti alimentari. “Per difendere il patrimonio vitivinicolo italiano è necessario intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati e strutturali per programmare il futuro – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Tutelare il vino significa tutelare il principale elemento di traino per l’intero sistema agroalimentare non solo all’estero ma anche sul mercato interno, a partire dal settore turistico”.