Una manciata di ruderi del castello un tempo di proprietà della nobile famiglia Spinola ci osservano silenziosi mentre calpestiamo il sentiero verso il Villaggio abbandonato di Avi, nel Comune di Roccaforte Ligure, in Val Borbera.

il paese abbandonato di Avi
Avi

E’ una bella giornata di sole, la primavera sboccia nell’aria ed è il periodo migliore dell’anno per mettersi in cammino verso quello che un tempo fu il rifugio del primo distaccamento partigiano in Val Borbera, quello comandato da Franco Anselmi, in battaglia conosciuto come “Marco”, medaglia d’argento al valore militare. Il 25 aprile non è lontano, il tempo della memoria si rinnova nei passi di chi ogni anno torna a visitare uno dei borghi abbandonati più suggestivi di questo territorio, benchè ormai non resti più molto da vedere.

Chiesa di Avi
Chiesa di Avi

Un tempo abitato da famiglie che portavano essenzialmente due cognomi: Rebuffo e Tegaldo, il paese, che si spopolò all’inizio degli anni ’60, era diviso in due parti: Avi di qua e di là, nel dialetto locale “Ovi de chei” e “Ovi de là”. Una mezza facciata coraggiosamente ancora in piedi ricorda la presenza di una chiesetta, dedicata a S. Vito, fulcro della comunità, luogo di preghiera, di consolazione per quella dura vita fatta di sacrifici, ma anche di tanta bellezza e del privilegio di abitare in un angolo di paradiso. Ne troviamo traccia tra le abitazioni in pietra e nelle cantine dove ancora si trovano le botti del vino, camini, solai, travi a vista, e le meravigliose mangiatoie per gli animali, che tutti avevano per il proprio sostentamento. Stalle così belle e ancora così vive, come se gli animali dovessero tornare per compiere il loro lavoro nei campi. Tutto intorno ancora alberi da frutto e addirittura un braciere di qualcuno che ha recentemente acceso un fuoco.

Avi di Roccaforte
Avi di Roccaforte

E tanta bellezza si incontra anche sul sentiero che, in un’ora e mezza circa, conduce ad Avi partendo dalla piazzale della Chiesa di S. Giorgio a Roccaforte Ligure. Da qui si seguono le indicazioni del CAI percorrendo un percorso panoramico a filo di costa sulla Val Sisola. Quando si passa  in prossimità dei ruderi del Castello Spinola si prende il bivio che scende in basso verso Avi (segnavia CAI 256). Proprio sul bivio un grande cartello ci ricorda che ci troviamo sulle “Strade della Libertà”, un percorso segnato da pannelli che raccontano le vicende partigiane della VI zona ligure, corrispondente alla Val Borbera.

il paese abbandonato di Avi
il paese abbandonato di Avi

Un incrocio di destini di cui ancora oggi si intuisce il coraggio e la grandezza. Come il coraggioso comandante partigiano Virginio Arzani, detto “Kikiriki”, oppure ancora Camillo Rebuffo, abitante di Avi catturato dai tedeschi nel ’44, e infine i due avieri Cristiani e Foglia, che si schiantarono contro le montagne e precipitarono poco distante dal borgo di Avi nel 1941, diretti verso la Cirenaica. Una croce sperduta nella vegetazione, al di sotto delle rovine del borgo, ricorda i due sfortunati avieri al comando di quelli che furono definiti, in un articolo della rivista Aeronautica, i “Picchiatelli di Avi”.

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