Novi e Tortona salutano “Pino” l’artista “prestato alla Medicina”

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Saranno celebrati oggi, lunedì 31 agosto nella chiesa parrocchiale di Sant’Agata Fossili, i funerali di Giuseppe Canegallo.

“Un artista prestato alla Medicina”. Senza nulla togliere alla grande professionalità, così gli amici amano ricordare e salutare Giuseppe “Pino” Canegallo, il medico di Novi, scomparso l’altra notte a 65 anni all’ospedale San Giacomo dopo aver combattuto per parecchio tempo con coraggio, contro un tumore polmonare.

Mancherà quella sua voce inconfondibile, da tenore “sporco”, un po’ alla Fausto Leali o alla Ligabue, che esibiva durante gli incontri conviviali. Potente e calda. Tutti sapevano, grazie ai suoi racconti, che un banale incidente avvenuto in gioventù fu la ragione che gli precluse la carriera artistica. “Frequentavo lezioni di chitarra da un maestro di Tortona – ricordava -. Un bel giorno, ma per caso, mi sentì cantare e rimase a bocca aperta. Da quel giorno, solo lezioni di canto. Tanto che riuscì ad inserirmi nelle selezioni finali per il Festival di Castrocaro. Alla vigilia del gran giorno, chiesi un passaggio in Vespa a un amico. Forse avevamo bevuto un bicchierino di buon vino, nulla di più. Lui sbandò e cademmo insieme, la chitarra si fracassò e da quel giorno decisi che la mia strada sarebbe stata un’altra”-.

Canegallo si laureò in Medicina e Chirurgia. Cominciò la professione lavorando al Pronto soccorso dell’ospedale di Tortona, a Castelnuovo e nel reparto di Cardiologia del San Giacomo di Novi. Ottenuta la specializzazione in Medicina del lavoro, ha operato anche come libero professionista in extra moenia, per varie aziende del territorio, per poi diventare responsabile del servizio di Medicina del lavoro dell’attuale dipartimento Asl – Al.

Apprezzatissimo professionista, non dimenticò mai le sue originarie passioni artistiche. “Insieme ad amici e colleghi abbiamo portato in scena diverse commedie per beneficenza – ricorda il dottor Gigi Cremonte – l’ultima delle quali fu “Il mago di Oz”, dove Pino interpretava “il magro”, che rendeva molto bene come personaggio.  Sotto il profilo umano e professionale la sua disponibilità era totale. Ho lavorato con lui, molto bene, per 5 anni ed era sempre presente. Aveva uno humor eccezionale”.

“Nel privato – ricorda la figlia Emanuela – coltivava parecchie passioni. Era un formidabile cercatore di funghi e conosceva bene la floricoltura e l’orticoltura. Collezionava monete e francobolli e nutriva una grande ammirazione per la pittura, in particolare per Van Gogh. Il suo mito? Direi Totò”-. Dal Principe della risata, Pino Canegallo aveva certamente attinto parecchio per formare una personalità ironica che esprimeva soprattutto nelle espressioni di perplessità o di stupore. Lascia la moglie Marina Corazza e i figli Emanuela e Federico.