La mappa dell'area dove sono state ritrovate le carcasse di cinghiale positive alla Psa (immagine di repertorio)

136 sindaci sono stati invitati a Cantalupo Ligure dalle amministrazioni comunali di Voltaggio e Cantalupo per proporre una soluzione che permetta al territorio di uscire dal limbo delle restrizioni causate dalla peste suina africana (Psa). Domani, 9 aprile, alle 11 nel palazzetto dello sport è in programma un incontro con le associazioni agricole e venatorie, il mondo dell’outdoor, i parlamentari, la Regione e la Provincia. L’obiettivo è arrivare a proporre un’istanza al commissario straordinario alla Psa, Angelo Ferrari, e agli altri organi competenti per affrontare il problema una volta per tutte senza penalizzare il territorio. L’incontro sarà moderato da Gianni Repetto, ex presidente del Parco Capanne di Marcarolo. Intanto, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale l’ordinanza del 25 marzo scorso firmata dal commissario. Ne dà notizia Confagricoltura. Il provvedimento, annunciato ad Alessandria nel convegno che si svolto a palazzo Monferrato, prevede una segnaletica dedicata alla Psa nella zona infetta, nella quale dovranno anche essere di gabbie per la cattura dei cinghiali (in media uno ogni 2mila-2.500 ettari di territorio).

Il commissario Angelo Ferrari

L’ordinanza prevede soprattutto il rafforzamento delle barriere fisiche già esistenti lungo le autostrade e la costruzione di una seconda barriera artificiale parallela alle autostrade per delimitare una “zona cuscinetto” o “zona bianca”. È la maxi recinzione che a ovest dovrà però essere spostata lontana dalla A26, verso Acqui, dopo la scoperta della carcassa di cinghiale positiva a Prasco. Lo Stato ha stanziato 10 milioni di euro per quest’opera.
La barriera dovrebbe essere realizzata entro il mese di giugno. “Dalla lettura del provvedimento – dichiara Luca Brondelli, presidente di Confagricoltura Alessandria – l’impianto della seconda barriera rappresenta il presupposto essenziale per autorizzare in deroga l’attività di caccia di selezione al cinghiale, fatte salve indicazioni diverse che in futuro dovessero provenire dal gruppo operativo di esperti. Per questo siamo preoccupati per il contenimento dell’epidemia, in quanto con la stagione della riproduzione gli animali tendono a spostarsi anche di diversi chilometri. Chiediamo pertanto alle autorità sanitarie e ai rappresentanti del mondo politico e istituzionale di mettere in atto tutte le iniziative utili per evitare che i cinghiali escano dall’area infetta; se mai questo dovesse avvenire verrebbe messo a rischio il patrimonio suinicolo, che rappresenta un volume d’affari di 240 milioni di euro soltanto nella nostra regione”.