Il lavoro difeso a oltranza. Anche quando si tratta, come in questo caso, di una grande catena commerciale legata agli outlet. Una delle più grandi, se non la più grande d’Europa, che porta il nome di McArthur Glen.
A scendere in campo per difendere i diritti di migliaia di dipendenti del Serravalle Designer Outlet sarà addirittura il segretario generale nazionale della Cgil, Susanna Camusso, che incontrerà domani sera alle 21, al centro fieristico “Dolci terre” di Novi Ligure una folta delegazione di lavoratori, affiancati dalle sigle confederali unitarie Cgil – Cisl e Uil, contrari alla decisione di tenere aperto il centro nelle giornate di Pasqua e di Santo Stefano.
Una notizia insolita per una realtà commerciale che non ha mai conosciuto la parola “contestazione”. Tantomeno: “sciopero”
Pronta la replica dell’azienda che, rimanendo ferma sulla propria scelta, sostiene: “La decisione di tenere aperto il Serravalle Designer Outlet nel giorno di Pasqua, rientra nella più ampia strategia di valorizzazione degli asset del territorio, derivante dalla necessità di far fronte alle esigenze di un turismo nazionale e sempre più internazionale. Questo conferma l’intento del centro di sostenere le potenzialità turistico/ricettive, commerciali e culturali dell’area. Durante le festività, il flusso di visitatori italiani e stranieri nel bacino di Serravalle aumenta sensibilmente, anche grazie al fatto che il centro è diventato una destinazione turistica a tutti gli effetti e offre un’esperienza aggiuntiva oltre a quella culturale, che nei giorni di vacanza è molto apprezzata e fruita. Questo, nel rispetto della normativa”.
“La scelta di rimanere aperto a Pasqua – prosegue l’azienda – è inoltre assolutamente allineata a quelle di altri centri della zona. Una decisione che hanno condiviso in molti per soddisfare le richieste di clienti locali e turisti. Serravalle Designer Outlet ha dato e continuerà a dare considerevole impulso all’economia del territorio e a favorire l’occupazione. Infatti il centro ha appena completato una nuova fase di sviluppo che ha visto l’investimento di 115 milioni di euro. Non solo, nell’outlet di Serravalle sono impegnate circa 2 mila risorse di cui 400 inserite negli ultimi mesi”-
Sottolineando la crescita delle professionalità presenti a Serravalle, l’azienda ha evidenziato anche che la formazione inizia dai banchi scolastici: “A livello locale il centro è infatti impegnato con le scuole del territorio nell’ambito del progetto di alternanza scuola lavoro, per cui ospita dei gruppi selezionati di studenti delle classi III e IV”-.
“Serravalle Designer Outlet – chiude la dichiarazione – dà rilevanza al territorio anche dal punto di vista eno-gastronomico, con particolare riferimento a Le Dolci Terre e al Consorzio Tutela del Gavi”-.
Sembra quindi vacillare un baluardo di uno degli avamposti del consumismo, un tempio della moda griffata di alta classe dove non si è mai conosciuta la parola “protesta”. “Tantomeno: sciopero”. Per la prima volta, infatti, i dipendenti hanno detto “no” all’ultima imposizione che è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso, ricolmo di un malcontento represso che ristagnava da circa 16 anni, da quando fu creato questo enorme villaggio costituito unicamente da negozi, alternato da servizi di ristorazione. La “goccia” è rappresentata dalla decisione dei vertici aziendali di imporre come giornate lavorative anche Pasqua e Santo Stefano. In sostanza, al Serravalle Designer Outlet si dovrà lavorare a ritmo continuo per 363 giorni all’anno, ad eccezione di Natale e Capodanno con contratti giudicati dai sindacati “modesti” e con orari definiti “massacranti”. In questi giorni i sindacati stanno organizzando una mobilitazione che dovrebbe coinvolgere anche i lavoratori di altre realtà produttive e commerciali del territorio del Novese, in segno di solidarietà ai lavoratori dell’outlet.