Oltre 34 mila euro al territorio del Bacino imbrifero montano (Bim) dello Scrivia dai titolari di centraline idroelettriche con potenza superiore a 220 kW. La somma è stata calcolata tenendo conto degli arretrati degli ultimi cinque anni ma non tutti gli operatori vogliono pagare. E’ quanto è emerso nella seduta del Consiglio del Bim che per la seconda volta in pochi mesi, la scorsa settimana, si è riunito ad Arquata Scrivia, sede del rinato consorzio, fondato negli anni ’50 e rimasto inattivo per decenni. Tra i punti all’ordine del giorno, proprio la definizione dei criteri di riparto dei sovracanoni tra i soci del consorzio per l’anno 2019. Fanno parte del Bim 23 Comuni tra Valle Scrivia, Val Borbera e Tortonese e per ognuno arriveranno 1.500 euro dei cosiddetti sovracanoni. Tra le società che si oppongono al pagamento c’è la Varinella Srl, società titolare della centralina idroelettrica attiva lungo lo Scrivia, nei pressi del ponte per Varinella e la Valle Spinti, ad Arquata. La società deve, oltre ai sovracanoni al Bim, anche i cosiddetti canoni rivieraschi al Comune, per un totale di oltre 32 mila euro.
Il Bim è presieduto da Andrea Romanello, in rappresentanza dell’amministrazione arquatese. I consiglieri sono Maria Grazia Dotti (Mongiardino Ligure), Diego Camatti (Sant’Agata Fossili), Silvia Gualtieri (Grondona) e Giuseppe Teti (Vignole). Nella seduta, sono stati anche nominati il segretario e il revisore dei conti e approvato il bilancio di previsione 2019 che ammonta a 20 mila euro. Tra i presenti, i rappresentanti dei Comuni valborberini: Roberto Bava (Cabella), Teresa Neboli (Cantalupo), Renato Lovotti (Albera), Sergio Crosetti (Carrega) e Luciano De Angelis (Roccaforte).