Pozzolo Formigaro e Voltaggio fra le maglie nere in Piemonte e in Italia per il consumo del suolo a causa del Terzo valico del Giovi. Lo sostiene lo studio dal titolo “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, edizione 2018, realizzato dall’Ispra, l’istituto superiore per la ricerca ambientale, ente di ricerca legato al ministero dell’Ambiente che da cinque anni tiene sotto controllo il preoccupante fenomeno causato da cementificazione e cantieri, messo sotto la lente di ingrandimento a livello mondiale. “I dati di quest’anno – recita la relazione – mostrano ancora la criticità del consumo di suolo nelle zone periurbane e urbane a bassa densità, in cui si rileva un continuo e significativo incremento delle superfici artificiali, con un aumento della densità del costruito a scapito delle aree agricole e naturali, unitamente alla criticità delle aree nell’intorno del sistema infrastrutturale, più frammentate e oggetto di interventi di artificializzazione a causa della maggiore accessibilità. Il consumo di suolo con le sue conseguenze, in attesa di interventi normativi efficaci, non si ferma”.

Il cantiere Vallemme a Voltaggio

Tra il 2016 e il 2017, ha rilevato la ricerca, con la presenza del cantiere del Terzo valico a Voltaggio c’è stato un incremento del consumo di suolo del 12,6%, mentre per Pozzolo i dati parlano dell’8,7%. Tradotto in superficie, per il paese della Val Lemme vuol dire 12 ettari, ben 41 invece per Pozzolo, dove la campagna ha subito un vero e proprio stravolgimento con i cantieri di costruzione della linea e delle cave, in particolare la Romanellotta, più grande del centro abitato. Ancora un dato: il consumo di suolo pro capite, cioè quanti metri quadrati per abitante all’anno, è stato di ben 172 metri quadrati a Voltaggio e di 87 a Pozzolo. L’impermeabilizzazione del terreno – scrive l’Ispra citando la Commissione europea – rappresenta la principale causa di degrado del suolo in Europa, comporta un rischio accresciuto di inondazioni, contribuisce ai cambiamenti climatici, minaccia la biodiversità, provoca la perdita di terreni agricoli fertili e aree naturali e seminaturali, contribuisce insieme alla diffusione urbana alla progressiva e sistematica distruzione del paesaggio, soprattutto rurale. Le funzioni produttive dei suoli sono, pertanto, inevitabilmente perse, così come la loro possibilità di assorbire CO2, di fornire supporto e sostentamento per la componente biotica dell’ecosistema, di garantire la biodiversità e, spesso, la fruizione sociale”.