Lo scorso anno sembrava finita su un binario morto, invece, a dodici anni dalla presentazione del progetto, per la centrale a biomasse di Voltaggio c’è ancora qualche possibilità. La Provincia ha infatti concesso un’ulteriore proroga all’autorizzazione rilasciata nel 2013, ben cinque anni fa, e mai utilizzata dalla Voltaggio energia per avviare nella ex cartiera l’impianto da 980 kw alimentato da 15 mila tonnellate annue di legname e biomasse, dotato anche di un pellettizzatore. “La società – conferma il sindaco Michele Bisio – ha trovato i finanziamenti per mettere in pratica il progetto. Al Comune è stata richiesta una proroga così come alla Provincia. È l’ultima possibilità concessa alla Voltaggio energia anche per risolvere la situazione della ex cartiera, sempre più fatiscente. Oltretutto, il pellettizzatore è stato nuovamente inserito nel progetto, una buona notizia”. Un anno fa circa, come si diceva, sembrava essere arrivata la parola fine per questo progetto: si era parlato della possibile cessione del progetto a un’altra società, che aveva chiesto informazioni alla Provincia, ma anche quella possibilità rimase lettera morta.

Il terreno della ex cartiera
Il terreno della ex cartiera

La Voltaggio energia, oltre ad aver bisogno dei fondi, ha dovuto fare i conti con i costi sostenuti per acquistare l’area della ex cartiera (si parla di centinaia di migliaia di euro) e con la riduzione degli incentivi statali per la produzione di energia da fonti rinnovabili, come viene considerata la biomassa. Il progetto del 2006 era molto più grande e inquinante dell’attuale ed era stato avversato dalla popolazione di Voltaggio ma sostenuto invece dall’amministrazione comunale targata Consolato Repetto, che tre anni dopo perse le elezioni anche a causa di questa posizione. Nel 2013 il progetto era stato ridimensionato, ottenendo il consenso della giunta guidata da Lorenzo Repetto. “Alla Voltaggio energia – spiega Claudio Coffano, dirigente della Provincia – è stata concessa una proroga di un anno all’autorizzazione ma entro settembre dovranno avviare l’intervento, altrimenti l’autorizzazione sarà definitivamente ritirata. La società ha assicurato che al massimo entro ottobre cominceranno le opere di demolizione della ex cartiera”. Resta il nodo dei rifiuti sotterrati nei decenni scorsi durante l’attività della cartiera nel terreno vicino allo stabilimento, notevoli quantità di materiali plastici scoperti nel 2013 dal Cociv, che intendeva realizzare qui il campo base del Terzo valico, ipotesi poi scartata. Per l’Arpa non sono da rimuovere in quanto compatibili con la destinazione industriale del sito” ma le Aree protette dell’Appennino Piemontese, tramite il presidente Dino Bianchi, ne hanno chiesto la rimozione allo stesso Cociv essendo l’area limitrofa al sito di importanza comunitaria Capanne di Marcarolo.