Sos siccità nella settimana più bollente dell’anno dopo un mese di luglio che ha fatto registrare una temperatura superiore di ben 1,4 gradi alla media con anomalie evidenti: da una parte il caldo africano e la mancanza di precipitazioni che hanno determinato un’allarmante siccità, dall’altra la preoccupazione per grandinate e bombe d’acqua.
Coldiretti Alessandria lancia l’allarme: colture in stress, evapotraspirazione elevata, la riserva idrica del terreno si esaurisce rapidamente, mentre continuano le irrigazioni di soccorso.
“Il gran caldo sta bruciando la frutta e verdura nei campi che si salvano grazie alle irrigazioni di soccorso – dice il presidente Mauro Bianco: girasole, mais, patate, cipolle, pomodoro, peperoni, meloni, angurie, soia, sorgo, prati irrigui e tutte le orticole in generale. In questa situazione le colture sono in condizione di forte stress, l’evapotraspirazione è elevata e la riserva idrica del terreno si esaurisce rapidamente”.
Al momento, in provincia i pozzi, soprattutto quelli meno profondi, iniziano però a prosciugarsi e i tecnici di Coldiretti sono al lavoro per monitorare la situazione e poter prevedere misure idonee al sostegno delle colture che stanno soffrendo, oltre a prevenire ulteriori danni all’economia delle aziende.
“Serve un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca ed innovazione per lo sviluppo di coltivazioni con un ridotto fabbisogno idrico – aggiunge il direttore Roberto Rampazzo. I costi di irrigazione sempre più elevati, mettono in difficoltà le nostre imprese agricole per questo sono necessari interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque ma anche campagne di informazione ed educazione sull’uso corretto dell’acqua”.
Per carenze infrastrutturali il terreno trattiene solo l’11% dell’acqua, per questo, secondo Coldiretti, occorre un cambio di passo nell’attività di prevenzione, bisogna evitare di dover costantemente rincorrere l’emergenza: il primo passo è la realizzazione di piccole opere di contrasto al rischio idrogeologico, dalla sistemazione e pulizia straordinaria degli argini dei fiumi ai progetti di ingegneria naturalistica.
Per fare ciò un intervento strategico è la realizzazione di infrastrutture a partire dai bacini di accumulo, proposto dalla Coldiretti e non a caso inserito nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) varato dal Governo Draghi con i quali si potrebbe arrivare a trattenere il 40-50% portando risorsa idrica dove non c’è, con la possibilità di triplicare le rese e combattere il dissesto idrogeologico.
“L’agricoltura – concludono Bianco e Rampazzo – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli nonostante l’evidente tropicalizzazione del clima che ha moltiplicato gli eventi estremi. Nel 2021 i fenomeni meteo violenti sono praticamente raddoppiati, +74%, rispetto all’anno precedente tra gelo primaverile e siccità in un’estate segnata da trombe d’aria, alluvioni, bombe d’acqua e grandinate”.