Ora si parla di tragedia annunciata, già da tempo il ponte Morandi sulla A 10, che sovrasta la Val Polcevera, era sottoposto a interventi di consolidamento, ma la struttura del ponte fin dalla sua costruzione, che risale agli anni sessanta, ha sempre fatto discutere. Ciò nonostante, assicurano i tecnici, non ci sono mai state avvisaglie di cedimenti.

Improvvisamente alle 11.40 il pilone centrale è crollato e il viadotto lungo un’ottantina di metri e alto quasi 50,  è collassato schiantandosi  in parte nel letto del torrente Polcevera, sui binari della ferrovia e sui capannoni della zona industriale, sottostante tra i quali  il centro Amiu. Sul tratto c’erano molte auto e camion ma le notizie sono frammentarie. Si parla di una ventina di auto coinvolte, 22 morti accertati, tra cui un bimbo di 9 anni, una decina di feriti, ma come viene ipotizzato, purtroppo i numeri sono destinati a salire, tanto che l’Ospedale Galliera ha predisposto una vasta area per far fronte all’emergenza.

I soccorritori stanno arrivando da tutta Italia, tra loro nove unità Usar (Urban Search and Rescue) del Comando VVF di Alessandria insieme al funzionario di servizio. Gli operatori sono addestrati alla ricerca e soccorso in macerie e sono parte del team Usar del Piemonte composto da 38 unità comprensive di unità cinofile.

A Genova piove da ore, condizione che non aiuta i soccorritori, vigili del fuoco, operatori del 118 e volontari, che stanno scavando tra le macerie a mani nude nella speranza di trovare superstiti. Fino a questo momento, (mentre scriviamo sono le 14.20), quattro persone sono state estratte vive e altre due sono state individuate in vita.

Foto Ansa

E proprio le condizioni meteo, secondo le prime ipotesi, potrebbero essere la con-causa di quello che si ritiene sia stato un cedimento strutturale; la perturbazione ha insistito sulla zona e sono cadute molte bombe d’acqua.  Alcune testimonianze parlano di un fulmine che avrebbe colpito il pilone pochi secondi prima della tragedia.

Le immagini che scorrono incessantemente su tutte le reti televisive, raccontano scene da apocalisse.

Un colpo al cuore di Genova, il ponte di fatto unisce le due parti della città, oltre ad essere uno dei ponti simbolo, conosciuto dai genovesi come il ponte di Brooklyn, per la somiglianza con il più famoso ponte d’oltreoceano, è uno snodo nevralgico anche per la regione, un’arteria di congiunzione tra levante e ponente.

Il degrado dei pilastri del ponte

La Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta per individuare le responsabilità.

La società Autostrade segnala che sulla A10 Genova-Savona è stato chiuso il tratto tra il bivio A7 Milano-Genova e Genova Aeroporto in entrambe le direzioni. Sull’A10 Genova-Savona tra il bivio per l’A7 Genova-Serravalle e Genova Aeroporto, in entrambe le direzioni si è resa necessaria la chiusura del tratto. All’interno del tratto chiuso il traffico è bloccato con code. Inoltre si sono formate code sull’ A12 Genova-Rosignano Marittimo verso Genova a tra Genova Est e il bivio per l’ A7 verso Genova e sull’ A7 tra Bolzaneto e il Bivio per l’ A10 Genova-Savona. Sospesa anche la circolazione ferroviaria nel nodo di Genova.

Aggiornamento

Si è aggravato ulteriormente il numero delle vittime del crollo del ponte Morandi.

Come preannunciato dal capo del dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, purtroppo il numero dei morti è salito a trentacinque. “Temiamo che il numero delle vittime e dei feriti – aveva detto – sia destinato ad aumentare perché sono ancora in corso le operazioni di rimozione dei detriti della parte del ponte caduto”.

Per quanto riguarda lle ferroviei, Rfi, ha comunicato che la linea  Genova – Savona – Ventimiglia è stata riattivata. Lo stesso per quanto riguarda la linea Genova Piazza Principe – Arquata Scrivia (direzioni Torino e Milano), malgrado continui rallentamenti e diverse cancellazioni di treni regionali. Risulta invece ancora sospesa la Genova Borzoli e Genova Piazza Principe nella linea Ovada – Genova Piazza Principe.

Nessuna variazione invece per lil traffico autostradale, la cui situazione critica rimane quella già riportata.