Orlando Sofio e Marianna Grutteria devono essere condannati. Per la coppia considerata affiliata alle ndrine calabresi i pm di Palmi hanno chiesto rispettivamente 15 e 12 anni di reclusione associazione mafiosa. L’imprenditore di Novi Ligure e l’imprenditrice di Serravalle Scrivia sono in carcere dal 2016, quando vennero arrestati su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione Alchemia, avviata nel 2012. Nel processo che sta per concludersi nella cittadina calabrese è stata confermata la tesi dell’accusa: Orlando Sofio viene considerato accompagnatore e “telefonista” del boss Carmelo “Nino” Gullace (per lui richiesti 21 anni), mentre la Grutteria, secondo gli inquirenti, era a “completa disposizione degli interessi della cosca Gagliostro-Parrello” di Palmi ed era legata a Sofio, considerato “il gestore di fatto di imprese riconducibili al sodalizio criminoso quali la Euroservizi”, di Serravalle Scrivia, della quale la donna era titolare fittizia.

Orlando Sofio

Nel processo sono state prodotte e citate le conversazioni telefoniche dalle quali emerge l’attività di Sofio per far ottenere appalti alle aziende legate alle ndrine, grazie alla rete di contatti che aveva creato nel Novese con politici e amministratori. In particolare, con il novese Libero Pica (non indagato), esponente del centrodestra, con il quale Sofio intendeva organizzare (siamo nel 2012) un movimento Si Tav in contrapposizione ai No Terzo valico. Di rilievo anche i contatti con Gianfranco Chessa, scomparso pochi anni fa, ex senatore Dc e poi esponente del centrodestra, vicino all’ex assessore regionale Roberto Rosso, indagato anch’egli per i suoi legami con la mafia calabrese e presente al funerale di Chessa. Sofio alla fine ottenne un appalto nel Terzo valico per le pulizie e lo smaltimento rifiuti a favore della Euroservizi.

Marianna Grutteria
Marianna Grutteria

L’impresa lavorò anche per il Comune di Serravalle Scrivia. Alle elezioni comunali serravallesi, nel 2012, come ha ricordato il legale dell’associazione Casa della Legalità di Genova, parte civile nel processo, Sofio parlò al telefono del sostegno che lui avrebbe dato al candidato Alberto Carbone, poi eletto primo cittadino.  Sofio, inoltre, aveva dato rifugio al boss Nino Gullace nascondendolo in un appartamento preso da lui in affitto a Rapallo e si prodigava inoltre per trovare munizioni per gli ndranghetisti. In totale, i pm Giulia Pantano e Gianluca Gelso di Palmi hanno chiesto 300 anni di carcere per gli imputati del processo Alchemia.