Riceviamo e pubblichiamo:

In genere la quantità di minerali di amianto è risultata modesta. Le procedure specifiche per determinare la pericolosità nei riguardi del rilascio di fibre ha (sic!) evidenziato la loro non pericolosità”. Questo è quanto si legge sul sito dedicato alla grande opera in costruzione TerzoValico.it. Eppure, dalle informazioni dell’Osservatorio Ambientale sulla linea Terzo Valico dei Giovi sono moltissimi i cantieri e i siti di deposito con presenza di pietre verdi o rocce sospette di contenere amianto. In particolare, le cave Guarasca 2 e Bolla di Spinetta, il deposito Cascina Clara e Cascina Buona, teatro dell’ultimo incidente mortale, in ordine di serie, del 20 gennaio 2020, i cantieri di Castagnola, Radimero, Moriassi e Novi Ligure. Concentrazione inferiore ai 1000 mg/Kg che è il limite stabilito per legge, sia chiaro: peccato però che contro tale limite e contro la metodologia di misurazione del contenuto di amianto nello smarino, ci si sia battuti in passato ritenendoli del tutto inadeguati, arrivando a proporre, anche, un abbassamento del limite di un ordine di grandezza (< =100 mg/Kg). Non siamo stupiti nel leggere dalla stampa (Giornale7 01.03.2020) che “Nel cantiere arquatese da alcuni anni si sta scavando il tunnel appenninico verso Genova e ora, come confermano dalla Regione, c’è il fondato timore che la talpa meccanica, arrivata a ridosso delle sorgenti di Sottovalle (a rischio distruzione) incontri notevoli quantità di amianto. Per questo, il cantiere è stato attrezzato per affrontare l’emergenza, con particolari attenzioni nello scavo, nella tutela dei lavoratori e nello smaltimento dello smarino”.

Sono i nostri timori che si avverano: semplicemente oggi si incontrano terre e rocce con valori più alti di quelli (per noi già eccessivi) incontrati sinora. Per questo materiale l’Allegato 4 al Decreto ministeriale 161/2012, definisce ad oggi le modalità per la caratterizzazione e la soglia di concentrazione dell’amianto (1000 mg/kg) per ritenere tale materiale sottoprodotto, e quindi buono per i siti di deposito, oppure ritenerlo, se di concentrazione uguale o superiore, rifiuto con l’attribuzione del codice CER “17.05.03*” e consequenziali modalità di gestione e smaltimento in discarica. E ancora (La Stampa del 29.02.2020) ..” È stato infatti necessario riallestire la fresa poiché il tunnel, arrivato a 3,6 chilometri, sta per incontrare una «zona rossa», ricca cioè di pietre verdi, a rischio amianto. L’attività dovrà quindi tenere conto delle precauzioni del protocollo amianto, redatto dopo che cittadini e sindaci, nel 2013, avevano evidenziato il problema del pericoloso minerale. Lo smarino, trasferito all’esterno con un nastro trasportatore, dovrà essere continuamente bagnato e l’aria monitorata in maniera più assidua rispetto a oggi”. Ricordiamo a tutti che, come riportato nel Protocollo di gestione della comunicazione al Cittadino– Amianto dell’Osservatorio Ambientale Terzo Valico dei Giovi – Linea AV/AC Milano-Genova, per quanto riguarda il tema della concentrazione di amianto in aria negli ambienti di vita si assume come indicatore di riferimento, il valore guida di 1 fibra di amianto/litro. Nel constatare ancora una volta l’inadeguatezza e la superficialità con cui sono state condotte le analisi ante operam nel corso dei trent’anni di gestazione di tale infrastruttura, le nostre associazioni chiedono a tutti i destinatari della presente che i cittadini vengano informati, così come prevede il Protocollo Amianto:

sui motivi della mancata comunicazione in merito alla attuale emergenza amianto pur essendo, peraltro, molteplici le figure che siedono al tavolo dell’Osservatorio ambientale;

• sulle informazioni contraddittorie che risultano scritte nel principale organo di informazione on line, accessibile al pubblico e gestito dal general contractor dell’opera (peraltro non aggiornato);

Centralina di rilevamento dell’amianto vicino alla ex cava Bettole a Pozzolo Formigaro

• sul contenuto del Protocollo amianto, a cui fanno riferimento gli articoli di stampa;

• sulle prescrizioni che verranno poste in essere a tutela dei lavoratori e dei cittadini;

• sui tempi e le procedure con cui si metteranno in pratica le modalità di monitoraggio, di campionamento e le relative frequenze per le diverse modalità di scavo;

• i livelli di allerta in caso di rischio;

• i punti di monitoraggio delle fibre aero disperse, individuati nelle aree soggette ad esposizione e sulla base della natura dei luoghi. così come indicato nel sopra menzionato sito;

– sulle modalità e sulle destinazioni di smaltimento dello smarino contenente amianto;

– sul trattamento e smaltimento delle acque reflue, a seguito del lavaggio dei mezzi, dei nastri trasportatori, delle strade ecc., tenuto conto che i materiali bagnati in continuazione abbassano potenzialmente il rischio ma una volta asciutti si torna alla originaria situazione di pericolo;

Una talpa meccanica del Terzo valico

– sulla provenienza e sul consumo di acqua necessaria per l’espletamento delle prescrizioni menzionate dalla stampa;

– sull’ente di competenza che svolgerà il controllo in merito alla corretta applicazione delle procedure di emergenza. A tale proposito, auspichiamo fermamente che al General Contractor Cociv non debba essere lasciata alcuna delega alla verifica dei materiali estratti e che le loro analisi abbiano esclusivamente un valore interno alla loro azienda.

sull’ammontare degli ulteriori costi sociali che dovranno essere sopportati dalla collettività, in termini di maggiori rischi per la salute, e il piano di gestione degli stessi, sia sotto l’aspetto tecnico-operativo sia sotto l’aspetto finanziario. Attendiamo un vostro immediato e doveroso riscontro alla collettività.