Viabilità sospesa a Gavi e in parte della Val Lemme nel pomeriggio di sabato in occasione dell’inaugurazione di piazza Marconi e della ex chiesa di Sant’Antonio, nel rione Paraso. Come è già avvenuto nel 2006 per il taglio del nastro della cosiddetta enoteca, nessun automezzo potrà transitare in Gavi, stavolta dalle 15 alle 20. L’ordinanza affissa ieri all’albo pretorio, firmata dal segretario comunale Giovanna Sutera, dispone lo stop al traffico e il divieto di sosta lungo tutta via Mameli, da piazza caduti di Nassiriya a piazza Roma. Niente automezzi neppure in via Garibaldi, nel tratto tra l’incrocio con via Monserito e l’intersezione con via Mameli, e in via Magione. In piazza caduti di Nassiriya, inoltre, il divieto di sosta resterà in vigore, sempre secondo l’ordinanza, dalle 8 di sabato alle 20 di domenica.

L'ex chiesa di Sant'Antonio a Gavi
L’ex chiesa di Sant’Antonio a Gavi

In sostanza il centro storico sarà interdetto alle auto, come già richiesto dai cittadini e dai commercianti solo per un tratto di via Mameli e solamente nei fine settimana, proposta ritenuta impraticabile a detta dell’amministrazione comunale. Tranne che in certe occasioni, s’intende. L’ordinanza avrà ripercussioni su tutto il traffico della Val Lemme, tanto che il provvedimento è stato inviato anche ai Comuni di Francavilla Bisio, Parodi, San Cristoforo, Basaluzzo, Novi e Serravalle ed è stato comunque approvato, per quanto riguarda via Mameli, anche dalla Provincia. Il programma della manifestazione prevede, alle 16, la sfilata in costume dei gruppi medievali e, a seguire, il taglio del nastro dei lavori della piazza e dell’ex chiesa di Sant’Antonio, dove è stata ricavata una seconda sede della biblioteca e un punto di informazione turistica. Al termine, la distribuzione dei ravioli “offerti alla cittadinanza”, come recita il programma, come avviene da circa vent’anni a ogni inaugurazione. La cerimonia del 2006 per l’enoteca era costata 26 mila euro, 15 mila per il municipio nel 2007. Stavolta tra pubblicità, manifesti, distribuzione di giornali e inviti spediti nelle case dei gaviesi qualche migliaio di euro, a quanto si dice, se n’è già andato.