8 settembre 1943. “La guerra è finita”, titolavano i giornali italiani, il giorno dell’entrata in vigore dell’armistizio firmato dal governo Badoglio, che prevedeva la resa alle Nazioni Unite. Ma così non fu. I nazi-fascisti, proseguirono nel loro progetto di morte e distruzione in tutto il paese. Sul territorio, a difesa dell’Italia, restarono i partigiani e le partigiane, spesso supportati dalla popolazione civile, che per questo ne pagò le conseguenze.
“Banditen”, li chiamavano i nazisti che, sostenuti dai fascisti, andavano a cercarli casa per casa, decisi a stroncare la Resistenza; dove passavano, uccidevano vecchi e bambini, violentavano le donne prima di fuciarle, davano fuoco ai villaggi.
8 aprile 1944. Voltaggio. Il giorno successivo alla strage della Benedicta proseguì la catena di orrore perpetrata dai nazifascisti. Quel giorno, furono otto i partigiani uccisi e altri otto seguirono la stessa sorte l’11 aprile. Tra loro Emilio Casalini “Cini”, insegnate elementare, comandante partigiano del Quinto Distaccamento della Terza Brigata Garibaldi-Liguria, autore del testo “Siamo i ribelli della montagna”. Giovani vite spezzate che Voltaggio non dimentica.
La giornata proseguirà alle 17, nella Sala Consiliare, al primo piano del Palazzo Comunale, dove sarà presentato il libro realizzato grazie a un’idea di Giordano Bruschi e curato da Michele Dellaria, dal titolo “Benedicta ’44 …mutammo in caserme le vecchie cascine”, parole tratte dalla famosa canzone partigiana di Emilio Casalini, musicata da Angelo Rossi, nome di battaglia “Lanfranco”, studente di musica, partigiano alla Benedicta.
L’evento è pubblico, ad accesso libero senza prenotazione. E’ comunque possibile seguirlo da remoto tramite GoTo al link https://meet.goto.com/ComuneDiVoltaggioSalaConsiglio/benedicta44 .
Foto d’archivio.