Gavi lascia il Cit: “Perdite enormi, illegale continuare a pagare”

Il Consiglio comunale unanime nella decisione di uscire di fatto dal consorzio. “Troppi 600 mila euro in 10 anni per avere una società con un bilancio disastrato e un piano di sopravvivenza illegittimo”.

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Gavi lascia il Cit. Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità la decisione di non pagare più la quota annuale di 64 mila euro. Il motivo lo ha spiegato il vicesindaco, Valerio Alfonso: “Il piano di “sopravvivenza in perdita” approvato nell’ultima assemblea del consorzio, secondo i commercialisti che il Comune ha consultato, non è previsto dalla legge. Ogni anno il Cit ha perdite per 500 mila euro e al 30 settembre scorso eravamo già a 400 mila, per cui continuare a pagare con un bilancio in queste condizioni è illegittimo”. Secondo quanto emerso in Consiglio comunale, i conti del Cit sono sotto il limite di legge previsto per lo svolgimento del trasporto pubblico locale. Una situazione pesante, alla quale il piano di rientro approvato nel 2018 dai Comuni soci non ha posto rimedio poiché, tra l’altro, il documento era sbagliato dal punto di vista dei numeri. Gavi propone la vendita del ramo d’azienda dei trasporti del Cit ai privati, tutelando i posti di lavoro e le linee in perdita, come quelle in Val Lemme.

Bus del Cit a Novi

Con l’uscita di Gavi, insieme a Serravalle Scrivia, Stazzano e Grondona, in teoria il Cit potrebbe continuare a operare poiché gli altri Comuni mantengono comunque la maggioranza delle quote. Il problema sarà la mancanza dei soldi. Secondo Alfonso, se il Cit si dovesse fermare “i bus sarebbero comunque in servizio poiché subentrerebbe il consorzio provinciale Scat, al quale la Regione ha assegnato il servizio per tutta la provincia”. Il Cit la settimana scorsa aveva annunciato azioni legali contro i Comuni che in assemblea non avevano votato a favore del piano di sopravvivenza in perdita. “E’ un loro diritto muovere azioni legali – dice Alfonso – anche se al momento non risultano citazioni in giudizio ma ricordo che Gavi, in dieci anni, ha pagato 600 mila euro al Cit e ci ritroviamo con un bilancio in queste condizioni e bus vecchi e di dimensioni insensate. La Corte dei conti ha messo il consorzio sotto la lente di ingrandimento e anche i Comuni rischiano di fare la stessa fine se non si fermano