L’uscita dalla zona rossa e il passaggio in zona arancione garantiranno a migliaia di piccole e medie imprese una boccata d’ossigeno, dopo il periodo di chiusura forzata per la seconda ondata della pandemia. Da domani domenica 29 novembre, in Piemonte riapriranno tutte le attività commerciali, senza però rinunciare alla prudenza: accanto alle linee guida nazionali, la Regione ha infatti introdotto, in collaborazione con la task force di esperti ed epidemiologi e in accordo con le associazioni di categoria, le Prefetturee gli Enti locali – alcune regole di comportamento regionali, come la possibilità di fruire al massimo degli orari di apertura fino alle 22.
In collaborazione con i Comuni e la Polizia Municipale verranno anche intensificati i presidi nei mercati per evitare il verificarsi di assembramenti o sovraffollamenti.
«In vista dell’imminente riapertura, in questi giorni abbiamo concordato con i Prefetti, i sindaci, gli operatori di tutte le categorie, mercatali, negozianti al dettaglio, estetisti, una serie di misure che vanno nella direzione della prudenza per prevenire nuovi contagi che ci farebbero tornare in dietro – ha spiegato – l’assessore Poggio –. Invece vogliamo andare avanti per tornare alla normalità, senza vanificare i sacrifici fatti fino ad ora».
Gli orari di apertura e chiusura delle attività sono previste dalle 5 del mattino alle 22. «Abbiamo voluto lasciare ai commercianti la massima libertà di esercizio – ha sottolineato Poggio – questo consente a loro di organizzarsi con eventuali prenotazioni spalmate su più ore per evitare code o assembramenti».
Le linee guida generali ricalcano sostanzialmente quelle già adottate fino ad ora: obbligo di indossare la mascherina, lavaggio frequente delle mani, il mantenimento delle distanze, la rilevazione della temperatura e l’accesso è regolamentato in funzione degli spazi disponibili. Sono consigliate prenotazioni tramite telefono, programmi digitali, quali App o siti web, per ridurre la gestione delle code.
Il passaggio alla zona arancione consente di spostarsi liberamente all’interno del proprio comune di residenza senza autocertificazione. Rimane invece vietato uscire dal proprio comune e dalla regione se non per motivi di lavoro, studio, urgenza, salute o altre necessità previste dalla legge.