I cittadini manifesteranno contro i mezzi della Riccoboni che oggi, giovedì 4 ottobre, a Sezzadio, intendono proseguire con i lavori di allestimento della discarica autorizzata dalla Provincia a Cascina Borio, dove nella cava scavata negli anni scorsi la multinazionale intende ammassare 1,7 milioni di metri cubi di di rifiuti provenienti dal suo stabilimento di Predosa proprio sopra la falda acquifera che dà da breve a migliaia di persone nell’Acquese e che potrebbe alimentare anche gli acquedotti del Novese e del Tortonese. Ieri mattina la società di Parma ha cominciato i lavori dopo aver depositato in Provincia il progetto della tangenziale osteggiato dal Comune e dalla popolazione ma anche dalla Soprintendenza, che a marzo aveva detto no al tracciato utile ai camion della Riccoboni. I mezzi pesanti sarebbero passati troppo vicino all’abbazia di Santa Giustina, posta sotto tutela. Sembrava la pietra tombale sul progetto viabilistico, senza il quale la discarica non sarebbe mai partita. Invece, martedì il Tar ha dato pienamente ragione alla Riccoboni, che aveva impugnato la delibera del Comune con la quale si stabiliva che la nuova strada poteva essere costruita altrove.

Una manifestazione a Sezzadio contro la discarica Riccoboni
Una manifestazione a Sezzadio contro la discarica Riccoboni

I giudici hanno fatta propria la tesi dei legali della multinazionale: la delibera non dà nessuna indicazione su eventuali tracciati alternativi e non spiega le ragioni per le quali il tracciato proposto dalla Riccoboni sarebbe a rischio di allagamento per la vicinanza con la Bormida. Il Tar ha inoltre considerato “di interesse pubblico” la tangenziale è evidente, “tant’è che lo stesso Comune di Sezzadio l’ha prevista nel proprio piano regolatore, con lo stesso identico tracciato; l’infrastruttura non servirebbe solo per l’accesso alla discarica, ma più in generale come arteria di decongestionamento del traffico nel centro abitato”. Forte di questa sentenza, con la quale il Comune si è visto condannato a pagare 4 mila euro di spese legali, la Riccoboni ha depositato il progetto della tangenziale, atto che, secondo l’autorizzazione rilasciata nel 2016 dall’allora presidente della Provincia Rita Rossa, è sufficiente a far partire la discarica.

Un’assemblea a Sezzadio contro la discarica.

Nella sentenza si legge che il Comune di Sezzadio lo scorso anno aveva rifiutato una localizzazione alternativa della tangenziale e aveva invitato la Riccoboni “a desistere da un’iniziativa [la discarica] insensata per il territorio e l’ambiente, meglio impiegando le risorse necessarie per allestirla in altre zone che offrano contesti ambientali più consoni”. I comitati contrari al progetto oggi si sono subito mossi per organizzare oggi, dalle 9, un presidio davanti alla cava di cascina Borio, lungo la strada provinciale 185, “per manifestare ancora una volta e ancora tutti uniti la nostra ferma contrarietà ad un impianto che, se realizzato, rappresenterà una mina sopra la più importante falda acquifera dell’alessandrino”. Contro la discarica sono in piedi numerosi ricorsi da parte dei circa 25 sindaci dell’Acquese che intendono tutelare la falda, uno dei quali proprio contro l’autorizzazione provinciale del 2016.