Fraconalto: ecco come doveva essere il precedente impianto eolico del monte Poggio

Quel progetto vìola la normativa comunitaria”. È la motivazione con cui Pro natura e Lipu hanno impugnato davanti al Capo dello Stato gli atti della Regione Liguria relativi alle 5 torri eoliche alte 150 metri previste tra il passo della Bocchetta e il monte Poggio, nel Comune di Mignanego (Genova), a ridosso del confine con il Piemonte. La sola Lipu, invece, ha segnalato il progetto alla Commissione Europea. Ad agosto la Regione Liguria ha stabilito che il progetto della società Seva non è da sottoporre alla Valutazione di impatto ambientale (Via), nonostante sia previsto a meno di 1 chilometri dal confine della zona speciale di conservazione (Zsc) “Capanne di Marcarolo”, istituita per tutelare la rotta migratoria degli uccelli tra il Mar Ligure e il Nord Italia, considerata fra le più importanti. L’atto della Regione apre le porte, sulla carta, all’autorizzazione unica che dovrà emanare la Città metropolitana di Genova. La presenza dei vincoli relativi alla Zsc aveva spinto la Regione Piemonte e le Aree protette dell’Appennino Piemontese negli anni scorsi a bocciare un progetto quasi identico, sempre proposto dalla Seva, a poca distanza, nel Comune di Fraconalto, cioè in territorio piemontese. La Seva si era rivolta al Tar ma la scelta della Regione e delle Aree protette era stata considerata legittima poiché aveva applicato la normativa europea. Cosa che non ha fatto la Regione Liguria, secondo Pro Natura e Lipu, promotori del ricorso al Capo dello Stato, presentato dopo una diffida inviata allo stesso ente sottoscritta da Wwf, Lipu e Italia nostra. Nel ricorso si evidenzia, tra l’altro, che la Soprintendenza per il paesaggio lamenta di essere stata esclusa dall’iter. La Lipu, come si diceva, ha inoltre segnalato la situazione alla Commissione Europea per un’eventuale procedura di infrazione nei confronti dell’Italia proprio per la violazione delle direttive a tutela della rotta migratoria.