Il cementificio Cementir di Arquata Scrivia
Il cementificio Cementir di Arquata Scrivia

Due cementifici a distanza di circa dieci km con un unico proprietario. È la situazione che si verrà a creare dal 2018 quando, quasi certamente, la cessione di Cementir Italia al gruppo Italcementi-Heidelberg da parte del gruppo Caltagirone, sarà effettiva. Nel pacchetto di cinque impianti sparsi nella penisola e due centri di macinazione c’è lo stabilimento di Arquata Scrivia, con quasi sessant’anni di attività, da tempo in crisi, tanto che i dipendenti sono ormai ridotti a circa venti nonostante la commessa ottenuta per il Terzo valico finita alla controllata Betontir, che opera nei cantieri dell’alta capacità di Castagnola e Radimero. Anche il cementificio Italcementi-Heidelberg di Novi Ligure, realizzato nel decennio scorso, lavora per il Terzo valico e, con il settore in crisi da tempo, c’è il rischio che uno dei siti, sulla carta, possa chiudere.

Il cementificio Italcementi di Novi Ligure

Per Arquata, del resto, le intenzioni del gruppo Caltagirone da tempo non erano molto positive, vista la costante riduzione del personale e l’assenza di investimenti. Nell’ultimo decennio, oltretutto, la società ha perso le cause intentate da un gruppo di cittadini per l’inquinamento e i rumori oltre i limiti di legge. In primavera, addirittura, era stato necessario l’intervento del prefetto Romilda Tafuri per far rispettare alla Cementir l’accordo, stipulato con i sindacati dopo un lungo sciopero a inizio anno, sull’assunzione di dieci operai considerati in esubero dal piano industriale. Assunzione in capo alla controllata Betontir mentre altri ex dipendenti sono finiti direttamente sotto il Cociv. “La notizia della cessione della Cementir Italia – spiega Rocco Politi, segretario provinciale del sindacato Fillea Cgilnon ci lascia tranquilli proprio per la vicinanza del cementificio di Arquata Scrivia con il sito di Novi Ligure. L’importante comunque è che non si perdano posti di lavoro. Si deve comunque attendere l’ok dell’Antitrust all’operazione: solo dopo si potrà comprendere quale potrà essere il piano industriale, sia rispetto all’occupazione sia, eventualmente agli stabilimenti da mantenere”.