Raddoppiare gli abbattimenti dei cinghiali e rafforzare le barriere artificiali esistenti per arginare la diffusione della Peste suina africana. È la richiesta dei componenti del Gruppo operativo degli esperti (Goe) del ministero della Salute nel verbale della loro ultima riunione di febbraio. Il virus è infatti arrivato alla provincia di Parma e la zona infetta è stata estesa anche a numerosi Comuni emiliani. Ora la zona “rossa” interessa Piemonte, Liguria, Lombardia ed Emilia Romagna. Una situazione pesante tanto che secondo gli esperti parlare di eradicazione della malattia “appare un obiettivo non raggiungibile nell’immediato, e probabilmente nemmeno a medio-lungo termine. L’onda epidemica continua ad espandersi. La malattia al momento è delimitata dall’anello autostradale Savona-Torino-Milano-Piacenza-Parma-La Spezia e solo un intervento mirato e immediato potrebbe contenerla efficacemente all’interno di questi limiti. E’ fondamentale una strategia di contenimento per evitare il coinvolgimento di aree altamente vocate all’industria zootecnica. E’ ancora possibile – dicono – attuare un efficace contenimento fino ad arrestarne l’avanzata a patto che si proceda celermente”. Si deve agire velocemente per evitare di vedere arrivare la Peste suina negli allevamenti suini emiliani dopo quelli lombardi. In Lombardia sono stati già abbattute decine di migliaia di maiali. Il Goe chiede quindi di raddoppiare gli abbattimenti e di rendere più forti le barriere esistenti