Sarà un autunno decisivo per il progetto di impianto eolico previsto sul monte Poggio, a poca distanza dal passo della Bocchetta, a Fraconalto. Il 15 settembre scade il termine dell’ennesima proroga concessa dalla Provincia alla società Seva di Milano, che intende installare sette torri alte 130 metri a poca distanza dal confine del Parco dell’Appennino Piemontese e del sito di importanza comunitaria Capanne di Marcarolo. L’area prescelta, secondo il Parco e la Regione, si trova però sulla rotta migratoria dei volatili dal Mar Ligure al Nord Europa, tutelata a livello comunitario, e nella zona vivono specie protette come i pipistrelli e bianconi. L’avvio dell’impianto industriale significherebbe la morte di troppi esemplari, tesi non condivisa dalla società milanese, secondo la quale la rotta non passa sul monte Poggio.
La Seva, a maggio, aveva ottenuto altri mesi per presentare altri documenti, motivando la richiesta con i tempi lunghi della redazione del nuovo studio di incidenza delle torri sull’ambiente. Lo studio, ha ricordato la società, deve tener conto del “nuovo stato dei luoghi, profondamente modificato a causa dei lavori di Snam (gasotto Gavi-Pietralavezzara, ndr) e del Cociv (Terzo valico, ndr) e delle nuove misure di conservazione sito specifiche, approvate dalla Regione a marzo”. Misure contro le quali Seva ha presentato ricorso al Tar Piemonte, chiedendone l’annullamento. I giudici dovrebbero pronunciarsi nei prossimi mesi. Contro il ricorso si sono però costituiti con l’avvocato Daniele Granara di Genova, oltre alla Regione e al Parco, anche venti cittadini dell’alta Val Lemme. Quello del monte Poggio è l’unico progetto di eolico in corso di valutazione in provincia: gli altri sono stati tutti bocciati per carenze progettuali, vincoli paesaggistici o per assenza di vento.